Un viaggio nell’anima colta e mondana della Napoli illuminista, tra capolavori d’arte, paesaggi vulcanici e l’eterno fascino del mito classico.
Napoli accoglie, con lo splendore che le è proprio, una mostra che non si limita a celebrare il passato ma lo trasforma in una narrazione viva e pulsante. “Sir William e Lady Hamilton”, inaugurata alle Gallerie d’Italia di via Toledo e visitabile fino al 2 marzo 2025, è un viaggio raffinato e suggestivo nel cuore del Settecento, secolo di grandi scoperte, di estetiche rivoluzioni e di appassionate vicende umane.
L’esposizione, curata con maestria da Francesco Leone e Fernando Mazzocca, offre una lettura profonda della figura di Sir William Hamilton, ambasciatore inglese presso la corte di Ferdinando IV di Borbone, e della sua celebre consorte, Lady Emma Hamilton. Napoli, crocevia del Grand Tour e fucina di ispirazioni per artisti, scienziati e intellettuali, fu per Hamilton una patria elettiva, un laboratorio di esperienze che intrecciarono il fascino dell’antico con la modernità nascente. Questa mostra non è solo un tributo al loro lascito culturale, ma una celebrazione del dialogo incessante tra passato e presente, tra mondi apparentemente lontani che si incontrano nell’arte e nella storia.
L’allestimento, che si sviluppa attraverso settantotto opere tra dipinti, ceramiche, sculture e manufatti, rivela il respiro internazionale di un progetto ambizioso. Provenienti da collezioni pubbliche e private di grande prestigio – tra cui la Reggia di Caserta, il British Museum, la National Portrait Gallery e il Thyssen-Bornemisza – i capolavori in mostra delineano un ritratto complesso di William Hamilton, figura poliedrica che seppe coniugare diplomazia, scienza, collezionismo e arte. È impossibile non restare affascinati dall’intensità dei ritratti di Lady Emma, dipinti da maestri come George Romney e Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, che ne immortalano la bellezza radiosa e il carisma magnetico.
Emma, figura leggendaria per la sua avvenenza e la sua audacia, incarna lo spirito del tempo, un’epoca in cui il mito classico tornava a vivere attraverso il filtro dell’immaginazione moderna. Nei tableaux vivants che la resero celebre presso la corte napoletana e oltre, Lady Hamilton interpretava le dee e le eroine dell’antichità con una teatralità che esaltava il fascino della sua personalità. La mostra esplora anche questa dimensione performativa della sua figura, amplificata da un video della Fondazione Cineteca Italiana che raccoglie rappresentazioni cinematografiche ispirate alla sua storia.
Accanto alla dimensione mondana e mitologica, il percorso espositivo illumina l’originalità del collezionismo di Hamilton. La sua raccolta di vasi greci, molti dei quali provenienti da Ercolano e Pompei, non era solo un esercizio estetico, ma una manifestazione di un’intuizione profonda: l’antichità non è un semplice passato, ma un modello capace di dialogare con il presente. La pubblicazione delle Antiquités étrusques, grecques et romaines, magnificamente illustrata e acquerellata, testimonia questa visione. Hamilton, con il contributo dell’erudito Pierre-François Hugues d’Hancarville e, in parte, di Johann Joachim Winckelmann, non intendeva solo documentare, ma ispirare. Le raffinate illustrazioni dei vasi diventarono un riferimento per gli artisti del Neoclassicismo, come John Flaxman e Josiah Wedgwood, i cui lavori dimostrano come la pittura vascolare potesse rivivere attraverso nuovi linguaggi artistici.
Ma Hamilton non fu solo un collezionista. La sua curiosità si estendeva alla scienza, in particolare alla vulcanologia, disciplina in cui fu un pioniere. Attraverso le magnifiche illustrazioni dei Campi Phlegraei, realizzate da Pietro Fabris, la mostra rende omaggio alla passione di Hamilton per i vulcani, simboli potenti del dinamismo della natura e dell’irrequietezza dell’animo umano. Queste opere, colorate a mano con straordinaria perizia, non sono solo documenti scientifici, ma vere e proprie opere d’arte, che catturano l’essenza della terra napoletana, dalle eruzioni del Vesuvio ai paesaggi suggestivi delle sue pendici.
Il legame di Hamilton con Napoli si intrecciò anche con il fermento artistico dell’epoca. La mostra dedica uno spazio significativo al suo rapporto con pittori come Giovanni Battista Lusieri, Joseph Wright of Derby e Thomas Jones, che trovavano nelle vedute napoletane e nei fenomeni naturali locali una fonte inesauribile di ispirazione. Hamilton, ospitandoli e incoraggiandoli, contribuì a trasformare Napoli in un centro nevralgico per l’arte del paesaggio moderno, un luogo in cui la tradizione del vedutismo si evolveva in una nuova sensibilità estetica, capace di catturare l’atmosfera fugace e la luce mutevole.
Non meno affascinante è la dimensione politica e sociale della mostra. Hamilton, con il suo secondo matrimonio, divenne un protagonista della mondanità europea, intrecciando relazioni che spaziavano dal mondo aristocratico a quello intellettuale. La figura di Lady Emma, con il suo spirito libero e la sua relazione con l’ammiraglio Horatio Nelson, aggiunge un elemento di scandalo e leggenda che permea tutta l’esposizione. I ritratti esposti, impregnati di classicismo, non solo celebrano la bellezza di Emma, ma riflettono il ruolo che la donna ebbe come musa e intermediaria culturale.
La mostra “Sir William e Lady Hamilton” non si limita a narrare una storia, ma invita a riflettere sul significato stesso della memoria culturale. Napoli, con la sua stratificazione di epoche e civiltà, diventa il luogo ideale per questa celebrazione. Attraverso un allestimento che combina arte, scienza e storia, il visitatore è chiamato non solo a osservare, ma a immergersi in un’esperienza che restituisce l’atmosfera di un’epoca irripetibile.
Le Gallerie d’Italia, grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo e al dialogo con istituzioni internazionali, si confermano come un polo culturale di eccellenza, capace di portare avanti una visione moderna del museo come spazio vivo, in cui passato e presente si incontrano. Il catalogo della mostra, pubblicato da Skira, arricchisce questa esperienza, offrendo una testimonianza duratura di un progetto che non è solo espositivo, ma profondamente culturale.
Così, nell’intreccio tra la dimensione personale di William ed Emma e il loro contributo al panorama artistico e scientifico, la mostra si rivela un’opera corale, un’ode alla bellezza e alla complessità della Napoli del Settecento. Sir William e Lady Hamilton non sono solo personaggi storici, ma simboli di un’epoca in cui l’arte, la scienza e la vita mondana si fondevano in un’unica, luminosa visione del mondo.