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Roma, Teatro dell’Opera: “Lo Schiaccianoci” di Paul Chalmer. Un viaggio liberty tra sogno e virtuosismo

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Una narrazione coreografica e musicale che esalta l’eleganza delle linee, il dinamismo scenico e la magia senza tempo del balletto classico.

Balletto in un prologo e due atti da un racconto di E.T.A. Hoffmann
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Direttrice Andrea Quinn
Coreografia Paul Chalmer
Assistente alla coreografia Gillian Whittingham
Scene Andrea Miglio
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Valerio Tiberi
Video Igor Renzetti, Lorenzo Bruno
Clara Marta Marigliani
Principe Schiaccianoci Alessio Rezza
Drosselmeyer Mattia Tortora
Fata Confetto Maia Makhateli
Il Suo Cavaliere Julian Mackay
Danza Araba Marianna Suriano
Orchestra, Étoiles, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Con la partecipazione degli
 allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma

La ripresa del celebre Schiaccianoci nell’interpretazione liberty del canadese Paul Chalmer si presenta quest’anno con rinnovato rigore artistico e una narrazione musicale sapientemente articolata. La direzione d’orchestra è stata affidata alla straordinaria Andrea Quinn, il cui gesto incisivo e dinamico, maturato nelle collaborazioni con il New York City Ballet e il Royal Ballet, conferisce una pulsante vitalità alla partitura di Čajkovskij, esaltandone le sfumature timbriche e drammatiche.

L’ambientazione iniziale nella casa degli Stahlbaum, preceduta dal suggestivo quadro dei mercatini natalizi, si distingue per una costruzione scenica equilibrata e una coreografia che integra abilmente i movimenti d’ensemble con dettagliate caratterizzazioni individuali. Particolarmente rilevante è il contributo di Simone Agrò nel ruolo di Fritz: la sua interpretazione si distingue per una tecnica aerea di alto livello, evidenziata da salti puliti e da una presenza scenica energica e irriverente. Non manca una componente virtuosistica che, con accenni quasi acrobatici, sfuma in elementi di danza urbana, creando un contrasto dinamico con la grazia onirica di Marta Marigliani nel ruolo di Clara. Quest’ultima si caratterizza per linee fluide e un legato che accentua il lirismo del suo personaggio, il cui movimento si intreccia armoniosamente con i flussi musicali.

L’interpretazione di Drosselmeyer, affidata a Mattia Tortora, aggiunge ulteriore complessità narrativa. Il suo personaggio, enigmatico e carismatico, fonde elementi di pantomima con una gestualità che suggerisce un controllo quasi alchemico del tempo e dello spazio scenico. La scena della battaglia tra lo Schiaccianoci e il Re dei Topi è coreograficamente articolata e si traduce in una trasformazione narrativa che porta Clara e il suo Schiaccianoci alla scoperta del regno incantato.

Nella seconda parte, ambientata nel regno di Confiturenburg, l’entrata maestosa di Maia Makhateli (prima ballerina dell’Het Nationale Ballet) come Fata Confetto segna uno dei momenti di maggiore impatto visivo e tecnico. La sua presenza regale e il rigore delle linee si combinano con una capacità plastica che scolpisce lo spazio in pose di straordinaria forza. Accanto a lei, Julian Mackay (principal del Bayerisches Staatsballett) emerge per la precisione del suo virtuosismo, con una variazione maschile impeccabile che alterna jetés en tournant e pirouettes à la seconde in una sequenza continua e tecnicamente sbalorditiva.

Il pas de deux finale si configura come un trionfo di equilibrio e sinergia artistica. Makhateli e Mackay intrecciano una danza che unisce potenza ed eleganza, culminando nei fouettés della Fata Confetto e in una coda di straordinario impatto visivo. La chiusura, con il ritorno della mongolfiera e la dolce dissolvenza nel sogno di Clara, sigilla la performance con un raffinato equilibrio tra immaginazione e realtà, lasciando il pubblico sospeso in un’atmosfera di magia senza tempo.

Questo testo utilizza un linguaggio tecnico e strutturato, puntando sull’analisi della coreografia, delle interpretazioni individuali e della direzione musicale. Photocredit @Fabrizio Sansoni

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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