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In attesa della grande mostra “Caravaggio 2025”: la luce che svela l’ombra del reale

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Un viaggio tra capolavori e riflessioni, dove il genio del Merisi si trasforma in un dialogo senza tempo tra arte, luce e pensiero.

Tra il 7 marzo e il 6 luglio 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica offriranno ai visitatori un’occasione che si configura non solo come una celebrazione, ma come una riflessione sul genio di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. Caravaggio 2025 è un titolo che, più che richiamare il Giubileo, segna un momento di approdo nella ricerca storico-artistica, sintetizzando decenni di studi e scoperte sull’opera di un artista che ha trasformato la pittura in un teatro dell’esistenza.

La scelta di Palazzo Barberini come sede della mostra non è casuale: questo luogo, così intimamente legato alla storia del collezionismo seicentesco, rappresenta una cornice ideale per restituire al pubblico il dialogo tra l’artista e i suoi mecenati, in uno spazio che ambisce a essere finalmente riconosciuto come uno dei cardini della cultura romana. Eppure, oltre all’indubbio valore scientifico e culturale, la mostra si pone un altro obiettivo: riempire i saloni di un museo che, pur nella sua magnificenza, non ha ancora raggiunto il pubblico che meriterebbe. In una città come Roma, dove le masse si riversano verso i grandi monumenti, Palazzo Barberini rappresenta un’istanza di riscoperta, un invito a rallentare e contemplare.

Curata da Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, Caravaggio 2025 non sarà un’esposizione di opere isolate, ma un tentativo di costruire un tessuto narrativo, un intreccio di significati. Qui, il quadro non è un oggetto da idolatrare come un totem, bensì un frammento che prende vita nel dialogo con gli altri. L’allestimento seguirà un criterio cronologico, ma si spingerà oltre la semplice linearità temporale, mettendo in luce il gioco di rimandi e relazioni che attraversano l’intero corpus del maestro lombardo.

Tra le opere in mostra, spicca il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente riscoperto, che sarà per la prima volta messo in dialogo con altri dipinti del Merisi. Accanto ad esso, l’Ecce Homo del Museo del Prado tornerà in Italia dopo secoli, come un messaggero di storie stratificate, che parlano tanto di attribuzioni quanto di vicende collezionistiche. La Santa Caterina, già appartenente alle collezioni Barberini e oggi al Museo Thyssen-Bornemisza, rientrerà nella sua cornice originaria, restituendo al visitatore un frammento di quella Roma che, nel Seicento, fu al centro del mondo artistico.

Un momento particolarmente significativo sarà la riunione del trittico commissionato da Ottavio Costa, che comprenderà la Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini, il San Giovanni Battista del Nelson-Atkins Museum di Kansas City e il San Francesco in estasi del Wadsworth Atheneum di Hartford. Mai prima d’ora queste opere erano state esposte insieme, permettendo di ricostruire il filo narrativo che attraversa la loro genesi. A queste si affiancheranno i Bari del Kimbell Art Museum, che ritorneranno nella cornice barocca che li aveva accolti, tessendo un dialogo tra passato e presente.

La mostra si propone anche di esplorare la rivoluzione linguistica introdotta da Caravaggio, che attraverso il suo uso della luce trasformò il senso stesso della rappresentazione. Nelle sue opere, la luce non è un semplice elemento tecnico, ma un principio ontologico: squarcia il buio non per illuminarlo, ma per definirne il confine, per dare forma al vero. Opere come la Cattura di Cristo della National Gallery of Ireland e il Ritratto di Monsignor Maffeo Barberini mostreranno come il Merisi abbia saputo tradurre il sacro e il profano in un linguaggio universale, capace di parlare direttamente all’anima.

Caravaggio 2025 si configura, dunque, come un laboratorio critico, un luogo dove il visitatore non è chiamato solo a osservare, ma a pensare, a mettere in discussione le proprie certezze sul rapporto tra arte e realtà. Palazzo Barberini diventerà il teatro di un dialogo ininterrotto tra passato e presente, tra visione e immaginazione.

Ad accompagnare l’esposizione, un catalogo edito da Marsilio Arte raccoglierà saggi critici e nuovi studi, offrendo contributi che esploreranno i temi del percorso espositivo e le vicende biografiche del maestro lombardo. Non si tratta di un semplice supporto alla mostra, ma di uno strumento essenziale per approfondire il contesto storico e culturale che ha dato forma all’arte del Merisi.

Siamo tutti in attesa di questo evento, che si preannuncia come una delle grandi occasioni culturali del 2025. Da domani, partiranno le prevendite per acquistare i biglietti, disponibili esclusivamente online sul sito ufficiale delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Caravaggio 2025 sarà più di una mostra: sarà un incontro con il genio, un’esperienza che ci invita a riscoprire la bellezza come atto di pensiero.

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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