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Penelope: Astuzia e Resilienza Femminile in Mostra al Parco Archeologico del Colosseo

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Un percorso immersivo tra mito, arte e psicoanalisi che esplora la figura della regina di Itaca, attraverso oltre cinquanta opere e un allestimento che celebra il potere simbolico della tessitura e la profondità del sogno.

Inaugurata il 19 settembre 2024, la mostra “Penelope” presso il Parco Archeologico del Colosseo rappresenta una straordinaria occasione per esplorare la figura mitologica di Penelope, uno dei personaggi più complessi e affascinanti dell’Odissea. Curata da Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni, e organizzata da Electa, l’esposizione si sviluppa negli spazi storici delle Uccelliere Farnesiane e del Tempio di Romolo, aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2025. Attraverso oltre cinquanta opere, tra dipinti, sculture, rilievi e manoscritti, la mostra getta nuova luce sul mito di Penelope e sulla sua evoluzione nelle arti e nella letteratura, attraversando i secoli fino a oggi.

L’allestimento della mostra è stato progettato per immergere il visitatore in un viaggio tra mito e realtà, ricreando le atmosfere di attesa e malinconia che caratterizzano il personaggio di Penelope. Le scelte curatoriali hanno puntato su una narrazione visiva intima e contemplativa: l’uso sapiente delle luci soffuse, in particolare, evoca l’ambiente domestico e segreto in cui Penelope tesseva e disfaceva la sua tela, creando un’aura di sospensione temporale. L’illuminazione fioca e direzionale su alcune opere chiave, come lo skyphos etrusco del Museo Nazionale di Chiusi e la lastra “Campana” del Museo Nazionale Romano, fa emergere dettagli della sua iconografia, come la postura malinconica e il telaio, che simboleggia la sua astuzia e resistenza. Il visitatore è accompagnato lungo un percorso fatto di ombre e chiaroscuri, in cui le luci sembrano voler sottolineare i momenti di riflessione e attesa che definiscono la figura di Penelope.

Le opere esposte riflettono la fortuna iconografica e letteraria di Penelope: accanto a manufatti dell’antichità come il citato skyphos e la lastra “Campana”, trovano spazio dipinti rinascimentali e incisioni moderne, che ritraggono Penelope con le sue caratteristiche pose di malinconia e saggezza. Uno dei temi centrali della mostra è il telaio, simbolo del suo ingegno e della sua capacità di tenere sotto controllo il proprio destino in un mondo governato da forze maschili. La scelta di curatela ha voluto enfatizzare questo strumento come un ponte tra il mito e la condizione femminile attraverso i secoli: non più solo un oggetto di lavoro, ma una metafora del potere creativo e intellettuale di Penelope.

Un altro punto focale dell’esposizione è il rapporto tra Penelope e il sogno. Nel XIX canto dell’Odissea, Penelope discute la differenza tra sogni veritieri e ingannevoli, quelli che escono dalle porte di corno e di avorio, un concetto che ha avuto grande influenza nella tradizione psicoanalitica, a partire dagli studi di Sigmund Freud. Freud vedeva in Penelope non solo un simbolo di fedeltà, ma anche un’archetipo di astuzia psicologica, capace di muoversi tra realtà e illusione con una padronanza rara. Questo aspetto viene rappresentato in mostra attraverso opere che ritraggono Penelope addormentata o nell’atto di svegliarsi, suggerendo l’importanza del sogno come elemento chiave per la sua interpretazione.

Un omaggio speciale viene dedicato a Maria Lai, l’artista sarda che ha posto al centro della sua ricerca creativa il tema della tessitura. Le sue opere esposte nella mostra, in collaborazione con l’Archivio e la Fondazione Maria Lai, dialogano direttamente con il mito di Penelope, offrendo una riflessione contemporanea sul significato del tessere come atto di creazione, memoria e resistenza. Lai, conosciuta per installazioni come Legarsi alla montagna (1981), ha esplorato il rapporto tra l’individuo e la comunità, tra il gesto creativo e il legame con la terra e la cultura. La sua interpretazione della tessitura come strumento di narrazione la collega indissolubilmente alla figura di Penelope, trasformando il telaio in un simbolo di emancipazione femminile.

L’allestimento si arricchisce anche di materiali tattili e tessili, con tessuti che evocano la trama di una tela in continuo divenire, una metafora del tempo che Penelope manipola con il suo astuto stratagemma. L’uso di superfici morbide e filamenti di tessuto che attraversano gli spazi espositivi fa emergere la dimensione materica e simbolica del telaio, richiamando l’idea di creazione e distruzione ciclica che tanto caratterizza la figura di Penelope. Ogni dettaglio dell’allestimento è pensato per evocare la dimensione domestica e onirica in cui Penelope vive e agisce, con una cura particolare per gli elementi tattili e sensoriali, che rendono il percorso espositivo una vera e propria immersione nel mito.

Questa mostra, che inaugura una trilogia espositiva dedicata alle grandi figure femminili dell’antichità (seguiranno Antigone e Saffo), offre una riflessione profonda e ricca di sfumature su un mito che continua a parlare al presente. Penelope, con la sua determinazione e astuzia, rappresenta un modello di resilienza femminile, capace di attraversare i secoli e di porre interrogativi ancora attuali sul ruolo e la condizione delle donne nella società. ph Studio Zabalik

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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