Reperti unici della Basilicata in mostra ad Atene: una testimonianza delle civiltà italiche e del dialogo culturale con la Grecia antica
Questa mattina, al Museo dell’Acropoli di Atene, è stata inaugurata la mostra “Civiltà antiche della Basilicata. Tesori ritrovati. XI-VI sec. a.C.”, un viaggio alla scoperta del patrimonio culturale della Basilicata, antica Enotria, con reperti mai esposti prima d’ora al grande pubblico. La mostra, curata da Massimo Osanna e Annamaria Mauro, sarà aperta fino al 26 gennaio 2025, offrendo una rara opportunità di esplorare un patrimonio archeologico solitamente nascosto nei depositi dei musei della Basilicata, restaurato per l’occasione e articolato in tre sezioni principali.
Il percorso espositivo ripercorre la storia di questa regione meridionale dell’Italia tra la fine dell’Età del Bronzo e l’Età del Ferro, focalizzandosi sulle comunità del Materano e sui popoli italici come i Choni e gli Enotri, che tra il IX e il V secolo a.C. abitarono il territorio sud-occidentale della Basilicata. I reperti, provenienti dal Museo Nazionale della Siritide, dal Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e dal Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” di Matera, rivelano la ricchezza e il ruolo sociale dei personaggi di rango all’interno delle comunità, nonché le interazioni con le culture elleniche del Peloponneso e delle isole greche, che portarono alla nascita della Magna Grecia. Oggetti di pregio, come monili in bronzo e ambra, testimoniano contatti culturali e scambi commerciali con le aree trans-adriatica, tirrenica ed egea, riflettendo un contesto di grande dinamismo e apertura culturale.
Durante la presentazione della mostra, sono intervenuti il Direttore generale del Museo dell’Acropoli, Nikolaos Chr. Stampolidis, il Direttore generale Musei del Ministero della Cultura italiano, Massimo Osanna, il Vice Direttore generale per la Diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, Filippo La Rosa, e la Direttrice dei Musei nazionali di Matera – Direzione regionale Musei nazionali Basilicata, Annamaria Mauro. I relatori hanno sottolineato il valore dell’iniziativa come ponte culturale tra Italia e Grecia, evidenziando l’importanza del patrimonio archeologico della Basilicata come elemento chiave per comprendere le dinamiche storiche del Mediterraneo antico.
Massimo Osanna ha dichiarato: “La mostra narra di uno spazio e di un’epoca caratterizzati dalla continua osmosi e sovrapposizione di tratti culturali; racconta un ‘paesaggio dell’intreccio’, in cui le relazioni tra Greci e popolazioni locali assumono forme diverse a seconda dei luoghi e dei tempi, con casi di occupazione territoriale e scontri violenti e altri di più complessa interazione. Gli straordinari oggetti esposti, in gran parte conservati nei depositi, appartengono a corredi maschili, ma anche e soprattutto a corredi femminili che attestano la ricchezza e il ruolo egemone dei personaggi di rango all’interno delle comunità di appartenenza e rivelano dinamiche e interazioni ancora del tutto attuali e vive, anche nella complessa realtà del mondo in cui viviamo noi tutti, oggi”.
Il Vice Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale e Direttore Centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana, Filippo La Rosa, ha affermato: “Ci fa piacere che l’ambizioso progetto Il racconto della bellezza, che suggella la collaborazione tra il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, concluda il suo viaggio europeo ad Atene, dopo gli Istituti Italiani di Cultura di Amburgo, Varsavia e Budapest. La mostra Civiltà antiche della Basilicata. Tesori ritrovati XI-VI sec. a. C., ospitata tra il Museo dell’Acropoli e l’Istituto Italiano di Cultura di Atene, rappresenta uno strumento privilegiato di diplomazia culturale – potenziato sotto il mandato del Ministro Tajani – attraverso il coinvolgimento dei principali attori culturali della città di Atene e il pubblico internazionale”.
Il Direttore generale del Museo dell’Acropoli, Nikolaos Stampolidis, ha commentato: “La mostra comprende soprattutto materiali provenienti dalle sepolture, o, se vogliamo usare termini poetici attraverso i versi di Seferis, comprende ‘fantasmi e spettri, baci e labbra impastate, con la cortina del tempo spalancata’. Attraverso le sepolture, gli oggetti personali offerti da parenti e amici per il grande viaggio verso l’Ade e che ne rivelano credenze e fede religiosa, emergono le vite, i costumi, le relazioni tra queste donne e uomini della prima civiltà della Basilicata. Successivamente la cultura materiale portata con sé dalle genti greche si unì e si fuse con la precedente. Tutto ciò, insomma, che è stato inghiottito dalla terra che ha fatto nascere donne e uomini in questi luoghi è adesso protagonista di questa Mostra”.
Da parte sua, il Direttore dei Musei Nazionali di Matera, l’architetto Annamaria Mauro, ha sottolineato: “Gli straordinari oggetti in mostra appartengono a corredi maschili e soprattutto femminili che attestano la ricchezza ed il ruolo egemone dei personaggi di rango all’interno delle comunità di appartenenza e rivelano i contatti culturali e gli scambi commerciali con le aree trans-adriatica, tirrenica ed egea. In particolare, l’attenzione è rivolta agli Enotri, antico popolo italico che abita dal IX al VI sec. a.C. il territorio meridionale della regione, interessando la fascia costiera ionica e il suo entroterra. La cultura antropologica della morte, rappresentata dai contesti funerari, costituisce l’elemento primario per comprendere la vita sociale di queste genti. Al contempo, la bellezza dei manufatti selezionati per la mostra, in cui primeggiano corredi con splendidi monili in bronzo e ambra, raccontano di importanti contatti e scambi culturali. L’esposizione dei reperti, provenienti dai centri Guardia Perticara, Chiaromonte, Incoronata, San Teodoro di Pisticci e dal territorio di Matera, rappresenta l’opportunità di far conoscere ad un pubblico internazionale alcuni tra i contesti più straordinari della Basilicata antica”.
La mostra è organizzata grazie alla collaborazione tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, la Direzione Regionale Musei Nazionali della Basilicata, il Museo Nazionale di Matera, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia in Grecia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene. Per l’intera durata dell’esposizione, l’Istituto Italiano di Cultura di Atene ospiterà anche venti reperti archeologici provenienti dalla Basilicata, completando il quadro di un racconto archeologico che affonda le sue radici nella storia più antica d’Italia e del Mediterraneo.
L’ingresso alla mostra è gratuito e il catalogo, disponibile in greco moderno, italiano e inglese, è acquistabile presso il bookshop del museo. Le visite guidate, organizzate a partire dal 22 ottobre, offrono un’opportunità unica per esplorare in modo approfondito i tesori archeologici e il contesto storico in cui si inseriscono, facendo rivivere al visitatore la straordinaria vitalità di una civiltà che ha segnato l’evoluzione del Mediterraneo antico. @photocrediMIC