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CONSACRATI AL SIGNORE. Argenti del Museo Ebraico di Roma

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La “Sala degli Argenti” del Museo Ebraico di Roma rappresenta una straordinaria iniziativa di valorizzazione culturale e storica, nata dalla volontà di esporre e celebrare una collezione unica di oggetti liturgici in argento, testimoni della millenaria presenza ebraica nella Capitale. Realizzato dalla Fondazione per il Museo Ebraico di Roma con il fondamentale contributo della Regione Lazio, il progetto ha beneficiato dei finanziamenti previsti dall’Avviso Pubblico volto alla promozione di iniziative culturali, sociali e turistiche nel territorio, nell’ambito degli interventi di LAZIOCrea S.p.A. per l’annualità 2022. La Sala degli Argenti nasce dalla visione di Alessandra Di Castro, Presidente della Fondazione per il Museo Ebraico di Roma, che ha fortemente sostenuto l’importanza di valorizzare la collezione degli argenti cerimoniali ebraici, non solo per accrescere il flusso turistico e arricchire l’offerta culturale di Roma, ma anche per riaffermare l’identità storica e culturale della comunità ebraica romana. Questa sala, inaugurata all’interno del Museo Ebraico, si configura come una “camera delle meraviglie”, dove circa metà dell’intera collezione di argenti – oltre quattrocento pezzi risalenti ai secoli XVII, XVIII e XIX – è esposta al pubblico, molti dei quali per la prima volta dopo essere stati restaurati e studiati. L’iniziativa non è solo un’operazione museale, ma un atto di recupero della memoria storica e spirituale degli ebrei di Roma. Gli argenti esposti, fino ad ora custoditi nei depositi del Museo, tornano così alla luce per raccontare, attraverso la loro bellezza e preziosità, una storia di fede, arte e resistenza culturale. Tra questi manufatti troviamo corone, “rimmonim” (decorazioni per il rotolo della Legge), “yadot” (indicatori per la lettura del Pentateuco), candelieri, lampade per Chanukkah, calici e strumenti per la circoncisione, oggetti che spaziano tra le tradizioni sefardita e ashkenazita, e che sono stati utilizzati per secoli nelle sinagoghe del ghetto di Roma.

L’uso dell’argento per la creazione di oggetti liturgici ebraici è radicato in motivazioni storiche e simboliche profonde. L’argento è stato tradizionalmente considerato un simbolo di purezza per la sua brillantezza e la sua resistenza alla corrosione. Nella tradizione ebraica, rappresenta l’aspirazione alla purezza spirituale e alla santità, rendendolo il materiale ideale per gli oggetti destinati al culto. L’argento è anche associato a valore e ricchezza, qualità che conferiscono agli oggetti sacri un significato di rispetto e devozione verso il divino. Questo metallo, inoltre, è apprezzato per la sua durabilità, che lo rende adatto a resistere all’usura del tempo e all’uso frequente durante le cerimonie religiose. La sua bellezza intrinseca, con la caratteristica lucentezza e la possibilità di essere finemente decorato, contribuisce ad arricchire l’esperienza estetica delle celebrazioni, aggiungendo maestosità e solennità alle funzioni religiose. La collezione del Museo Ebraico di Roma è unica nel suo genere per l’eccezionalità del suo valore qualitativo e per la densità numerica dei pezzi esposti. Come evidenziato da Alessandra Di Castro, questo nucleo di oltre 400 oggetti, in gran parte attribuibili a maestri argentieri romani, è stato miracolosamente preservato dalle razzie, requisizioni, fusioni e riusi che hanno spesso devastato il patrimonio ebraico nei secoli. Questi oggetti, molti dei quali provenienti dalle sinagoghe del ghetto, offrono un affresco unico della vita e della spiritualità della comunità ebraica di Roma attraverso i secoli.

Il volume “Consacrati al Signore. Argenti del Museo Ebraico di Roma” (Il volume è stato pubblicato in due edizioni italiana e inglese), curato da Dora Liscia Bemporad e Davide Spagnoletto e pubblicato da Sillabe, documenta con rigore scientifico la collezione, arricchito da un vasto repertorio fotografico di Giorgio Benni. Questo libro rappresenta un contributo prezioso alla conoscenza e alla valorizzazione di un patrimonio culturale e artistico che non ha eguali. Come osservato da Rav Riccardo Di Segni, Rabbino Capo della Comunità di Roma, la tradizione artistica degli ebrei italiani ha prodotto una serie di oggetti liturgici che si distinguono per stile e originalità in ogni collezione di arte cerimoniale a livello internazionale. La Sala degli Argenti del Museo Ebraico di Roma non è soltanto uno spazio espositivo, ma rappresenta una testimonianza vibrante della resilienza e della vitalità culturale di una comunità che ha saputo preservare e valorizzare la propria identità attraverso secoli di sfide e persecuzioni. Gli oggetti esposti raccontano storie di fede, di resistenza e di rinascita, dimostrando come l’arte e la spiritualità possano fungere da ponti tra passato e presente, creando una connessione profonda tra la memoria storica e la contemporaneità.

Il nuovo spazio espositivo è stato progettato con cura meticolosa, con una disposizione che offre ad ogni pezzo uno spazio chiaro e distintivo, identificando in modo puntuale la provenienza, lo stile e l’uso di ciascun oggetto. L’allestimento brilla per la sua efficacia, grazie a didascalie dettagliate e accessibili che offrono spiegazioni approfondite. Queste guidano i visitatori, arricchendo l’esperienza museale con un prezioso contesto storico e culturale. Ogni oggetto esposto nella sala è presentato con l’intento di esaltarne la funzione liturgica, la provenienza e lo stile artistico, rivelando la complessità e la raffinatezza della tradizione artigianale ebraica. L’allestimento è concepito per mettere in luce la dimensione sacrale di questi manufatti, mostrando come ciascuno trascenda il proprio uso pratico, divenendo un autentico veicolo del sacro. Gli argenti esposti incarnano concetti profondi di armonia e bellezza, qualità che non solo riflettono l’estetica e la spiritualità ebraica, ma che si connettono anche al senso più ampio del divino. Rabbi Jonathan Sacks, grande pensatore ebreo contemporaneo, ha affermato: “La memoria è l’arma del popolo ebraico contro il tempo. Non solo ricordiamo il passato; riviviamo il passato per costruire il futuro.” La Sala degli Argenti del Museo Ebraico di Roma, dunque, non è semplicemente una collezione di manufatti preziosi, ma un tributo vibrante e vivente alla memoria di una comunità. È un luogo dove il passato non si limita a essere ricordato, ma viene rivissuto, rinnovandosi continuamente per ispirare un futuro costruito sulla conoscenza, sulla bellezza e sulla condivisione culturale. Questo patrimonio appartiene non solo a una singola comunità, ma a un’umanità più vasta, che condivide e custodisce questo tesoro come parte integrante della sua eredità collettiva. Nessuno è escluso.

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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