La mostra internazionale “Cyprea: La rete di Afrodite”, ospitata dal Parco archeologico del Colosseo dal 26 settembre al 26 novembre 2024, rappresenta un evento di straordinaria importanza culturale e artistica. Il titolo stesso richiama alla mente la conchiglia Cypraea, simbolo della dea Afrodite, divinità della bellezza, dell’amore e della fertilità nel pantheon greco, e richiama i profondi legami tra il Mediterraneo e la figura mitologica della dea. Afrodite è una figura centrale della mitologia greca, associata alla bellezza, all’amore e alla seduzione, con radici che affondano nell’antica religione della Mesopotamia e dei culti fenici. La leggenda vuole che sia nata dalla schiuma del mare vicino a Cipro, e non sorprende che proprio questa isola, crocevia di influenze culturali e commerciali tra Oriente e Occidente, sia stata eletta luogo di culto primario per la dea. Cipro, da sempre nodo strategico nel Mediterraneo, rappresenta un punto cardine nella storia antica, e il culto di Afrodite riflette l’importanza dell’isola nel tessuto culturale del mondo antico. Il mito di Afrodite non è solo legato alla bellezza fisica, ma anche al concetto di kalokagathia, tema centrale dell’esposizione, che unisce l’ideale di bellezza (kalos) a quello di bontà ed eccellenza morale (agathos). Questo concetto, nato nella cultura greca classica, ha attraversato i secoli influenzando la filosofia, l’arte e la morale dell’antica Grecia fino ai giorni nostri. L’elemento innovativo di questa mostra risiede nell’incontro tra l’arte contemporanea e l’archeologia. Il curatore, Prof. Giorgio Calcara, e la direttrice artistica, Stefania Pennacchio, hanno orchestrato un dialogo fra antiche iconografie e moderne interpretazioni del mito di Afrodite. L’obiettivo è esplorare come i valori estetici e morali incarnati dalla dea abbiano influenzato non solo l’antichità, ma anche la cultura visiva contemporanea. Gli artisti partecipanti, italiani e ciprioti, sono stati selezionati per la loro capacità di esplorare, attraverso vari media, temi come l’amore, la bellezza e la fertilità, con un approccio che combina la tradizione artistica classica con la sensibilità moderna. Tra questi troviamo Nicola Verlato, noto per le sue opere di iperrealismo che uniscono una rigorosa tecnica pittorica con tematiche mitologiche e simboliche, e Rosa Mundi, le cui installazioni riflettono la complessità delle emozioni umane attraverso l’uso di materiali e simboli antichi e moderni. La partecipazione di artisti provenienti da due regioni geograficamente e culturalmente legate come l’Italia e Cipro rafforza il messaggio della mostra, sottolineando la continuità culturale e l’influenza reciproca tra questi due paesi. L’Italia, con la sua eredità romana e rinascimentale, e Cipro, con la sua posizione storica come avamposto della cultura greca nel Mediterraneo orientale, diventano protagonisti di un dialogo simbolico che trascende il tempo e lo spazio. La mostra non si limita a un’esposizione circoscritta, ma si estende a creare una rete culturale che unisce simbolicamente città come Roma, Taormina/Naxos, Pafos e Nicosia, luoghi che condividono una forte eredità classica e mitologica. Roma, centro del potere e della cultura nell’antichità, e Taormina, con le sue radici greche e il famoso teatro antico, diventano nodi essenziali di questa rete mediterranea. Allo stesso modo, Pafos, luogo di culto primario di Afrodite a Cipro, e Nicosia, capitale dell’isola, rappresentano l’altro polo di questo legame culturale e storico. Questo percorso geografico sottolinea il concetto di kalokagathia, che non è solo un’idea astratta, ma una filosofia di vita incarnata nelle opere d’arte, nell’architettura e nella letteratura delle città coinvolte. Il viaggio ideale tra queste città invita i visitatori a riflettere su come la bellezza del passato continui a influenzare le interpretazioni contemporanee dell’arte e della vita stessa. La mostra si inserisce anche in un contesto più ampio: quello della rinascita culturale del bacino del Mediterraneo, visto non solo come crocevia di popoli, ma come fucina di idee, filosofie e valori. Questo mare, che unisce e separa allo stesso tempo, ha sempre rappresentato un legame simbolico tra le civiltà europee, africane e asiatiche. Attraverso i millenni, il Mediterraneo è stato teatro di incontri culturali, scambi commerciali e scontri militari, ma anche di fioriture artistiche e filosofiche che hanno plasmato la nostra identità culturale. La mostra “Cyprea: La rete di Afrodite” vuole sottolineare questa dimensione storica e culturale del Mediterraneo, proponendo una riflessione su come i valori e le estetiche classiche possano essere rigenerati e reinterpretati nell’arte contemporanea. Coniugando il passato con il presente, l’eterno con il temporaneo, l’esposizione rappresenta una celebrazione della bellezza e dei valori che uniscono l’umanità attraverso il tempo. Questo evento dunque non è solo un omaggio ad Afrodite, ma un invito a riflettere sulla continuità culturale e sulla rilevanza del mito nella nostra società contemporanea. La kalokagathia, l’ideale di bellezza morale e fisica, emerge come un concetto atemporale che continua a ispirare artisti e pensatori, dimostrando come l’antico e il moderno possano convivere e arricchirsi reciprocamente.