Questa mattina si è spenta Dame Maggie Smith, una delle più grandi attrici del nostro tempo. All’età di 89 anni, la sua morte segna la fine di un’epoca per il mondo dello spettacolo, ma il suo straordinario lascito continuerà a vivere nel cuore e nella memoria di milioni di ammiratori. Nata il 28 dicembre 1934 a Ilford, nella periferia est di Londra, Maggie Smith ha incarnato una classe e una profondità artistica che poche attrici sono riuscite a eguagliare nel corso di una carriera lunga più di sette decenni.
Smith cominciò il suo viaggio artistico giovanissima, calcando le scene del teatro britannico a soli 17 anni. La sua performance in Twelfth Night nel 1952 segnò l’inizio di un percorso che l’avrebbe vista diventare una delle interpreti shakespeariane più affermate del secolo. La sua fama crebbe esponenzialmente quando entrò a far parte del National Theatre nel 1963, lavorando sotto la direzione di Laurence Olivier. Tra i suoi ruoli più memorabili, si ricordano interpretazioni di grande profondità in opere come Otello, Macbeth e Molto rumore per nulla, in cui il suo talento per la drammatizzazione e la commedia trovò terreno fertile.
Ma è stato il grande schermo a consacrarla definitivamente. La sua interpretazione della vivace e anticonformista Jean Brodie ne La strana voglia di Jean (1969) le valse il suo primo Oscar come Miglior Attrice. Anni dopo, nel 1978, Maggie Smith si assicurò una seconda statuetta per la sua esilarante performance in California Suite, confermando la sua straordinaria versatilità. Nonostante questi trionfi, Smith non ha mai abbandonato il teatro, dove nel 1990 ha vinto un Tony Award per la commedia Lettice and Lovage.
Negli anni ’90 e 2000, Maggie Smith ha conquistato nuove generazioni grazie a ruoli iconici in film come Sister Act e Hook, ma soprattutto per il personaggio di Minerva McGonagall nella saga cinematografica di Harry Potter. La sua presenza austera ma affettuosa come la rigida professoressa di Hogwarts ha reso il suo personaggio un punto di riferimento per i giovani spettatori, mostrando ancora una volta la sua capacità di rendere i ruoli complessi e multidimensionali. Allo stesso modo, la sua interpretazione della contessa Violet Crawley nella serie televisiva Downton Abbey ha affascinato un pubblico ancora più ampio, con battute al vetriolo e un’arguzia inconfondibile che le sono valse tre premi Emmy.
Maggie Smith ha sempre mostrato una notevole umiltà riguardo al suo lavoro. In un’intervista, confessò: “Non sono mai riuscita a riguardarmi in un film. Mi fa star male.” Questo nonostante i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti nel corso della sua carriera. Nel 1990 fu insignita del titolo di Dame Commander of the Order of the British Empire, un’onorificenza che coronava decenni di contributi eccezionali alle arti performative. Nel 2014 ricevette l’Ordine dei Compagni d’Onore, un’ulteriore testimonianza del suo inestimabile contributo alla cultura britannica.
Sebbene la sua salute fosse stata minata negli ultimi anni, affrontando sia un tumore al seno che il morbo di Graves, Smith ha continuato a lavorare instancabilmente, dimostrando un’incredibile forza d’animo. Ha detto una volta: “Si deve continuare a lavorare. Non ci si può fermare.” Questo spirito indomito è ciò che l’ha resa non solo un’attrice iconica, ma anche una figura di ispirazione per molte persone dentro e fuori dall’industria cinematografica.
Tra le sue citazioni più famose, spicca quella che forse meglio rappresenta il suo carattere schietto e arguto: “È vero, non tollero gli sciocchi, ma nemmeno loro tollerano me.” Questa frase, che esprime in modo perfetto la sua ironia pungente e il suo spirito ribelle, è una testimonianza del suo approccio alla vita e alla recitazione, sempre caratterizzato da una combinazione di intelligenza e passione.
Maggie Smith ci lascia con un’eredità artistica ineguagliabile, una serie di ruoli memorabili che spaziano tra dramma e commedia, e la consapevolezza che la sua assenza sarà profondamente sentita nel mondo del teatro e del cinema. Come la contessa Violet Crawley di Downton Abbey, uno dei suoi personaggi più amati, una volta disse: “Non sono abituata a sentirmi superflua.” E davvero, la sua presenza non sarà mai dimenticata
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