Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e il Viceministro Edmondo Cirielli inaugurano la nuova fruizione del sito, tra restauro delle antiche residenze, tecnologie immersive e nuovi scavi archeologici.
Il Parco Archeologico di Ercolano si apre a una nuova stagione, sospesa tra la memoria dell’antica Roma e l’innovazione digitale. Alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli e del Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli, il 19 marzo è stata presentata l’inaugurazione della nuova fruizione del sito: un evento che segna il compimento della prima fase del Progetto Domus e che promette di trasformare radicalmente l’esperienza di visita nel celebre insediamento vesuviano.

Dopo oltre venticinque anni di chiusura, riaprono infatti al pubblico due straordinarie abitazioni romane: la Casa del Colonnato Tuscanico, con il celebre affresco raffigurante il sacrificio fondativo di Ercole, e la Casa del Sacello di Legno, così denominata per la scoperta di una statuetta dell’eroe greco nel larario. Due dimore-simbolo che raccontano, attraverso architetture e decori, la raffinata vita domestica degli antichi ercolanesi.
“È un momento storico per il nostro patrimonio culturale,” ha dichiarato il Ministro Giuli. “Il ritorno alla luce di queste domus, restaurate con maestria, sancisce una nuova era per il Parco, in cui la tradizione dialoga con le tecnologie più avanzate.”
A rendere ancora più immersiva la visita, l’introduzione di Ercolano Digitale: un vero e proprio ecosistema che comprende un’App mobile disponibile in nove lingue, collegata a una rete di beacon bluetooth e a una connessione WiFi e LiFi d’avanguardia. Grazie a questa tecnologia, i contenuti multimediali si attivano automaticamente in base alla posizione del visitatore, proponendo cinque percorsi tematici calibrati per età e interesse.
“La nostra App”, ha spiegato il Direttore del Parco Francesco Sirano, “non è solo uno strumento informativo, ma un ponte verso una fruizione personalizzata e dinamica, pensata per valorizzare l’eccezionale stato di conservazione di Ercolano e portare alla luce i dettagli della quotidianità romana.”
L’App si integra con il nuovo portale istituzionale del Parco e con la piattaforma dedicata alla catalogazione dei reperti, collegata in tempo reale con il Catalogo Nazionale dei Beni Culturali. Inoltre, è in fase di sviluppo il portale Open Data, destinato alla comunità scientifica internazionale.

Grande protagonista di questa rinascita è il partenariato pubblico-privato con il Packard Humanities Institute, rappresentato dal professor Richard Hodges e dall’architetto Jane Thompson. Un sodalizio longevo, che dura da oltre due decenni e che ha contribuito in modo determinante alla rinascita di Ercolano. Il nuovo protocollo d’intesa, firmato nel luglio 2024, prevede investimenti per circa 45 milioni di euro, destinati non solo alla conservazione e al restauro, ma anche alla ripresa degli scavi su vasta scala nell’area orientale della città antica.
“Il prossimo decennio vedrà una trasformazione epocale”, ha dichiarato l’architetto Thompson. “Con l’arretramento delle infrastrutture moderne e la creazione di un paesaggio verde attorno al sito, Ercolano diventerà un modello internazionale di valorizzazione archeologica e paesaggistica.”
Oltre all’apertura delle domus, sono in corso i lavori di restauro alle Terme Suburbane, la riqualificazione della Stanza del Custode del Sacello degli Augustali e importanti opere di manutenzione urbana. Si tratta di interventi che rientrano in un piano di gestione avviato nel 2017, mirato alla riduzione delle aree di degrado e al consolidamento di un sito che, come ricorda Sirano, “non è solo una meta turistica, ma un patrimonio dell’Umanità da trasmettere alle future generazioni.”
Il Vice Ministro Cirielli ha sottolineato l’importanza diplomatica di questo modello di cooperazione: “Ercolano rappresenta un esempio di come la tutela del patrimonio possa innescare circuiti virtuosi di diplomazia culturale e sviluppo territoriale. La collaborazione tra Italia e USA apre nuove prospettive per la crescita e l’occupazione di qualità nel Mezzogiorno.”

Con il rilancio degli scavi, previsti in un’area ancora inesplorata dall’epoca di Amedeo Maiuri, Ercolano si candida a diventare un laboratorio internazionale per le scienze umane. La combinazione tra innovazione tecnologica, ricerca archeologica e visione urbanistica proietta il Parco verso una nuova era.
“È un progetto che non si ferma al recupero del passato”, conclude Sirano, “ma che guarda al futuro con la consapevolezza che la memoria di una civiltà vive se condivisa, raccontata e resa accessibile a tutti.”
Con le domus restaurate e l’ecosistema digitale attivo, il Parco Archeologico di Ercolano si presenta oggi come uno dei più straordinari esempi di integrazione tra conservazione e innovazione, capace di restituire un’esperienza emozionante e profondamente educativa. Un vero e proprio viaggio nel tempo, a misura di futuro. photocredit mic