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Fondazione Torlonia: Un Viaggio nell’Eternità dell’Arte da Roma al Mondo

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“Dalla grandezza di Roma alla modernità di Milano, dal trionfo parigino al debutto nordamericano: la Fondazione Torlonia celebra il 2025 con mostre, restauri e narrazioni che intrecciano storia e contemporaneità.”

Nel 2025, la Fondazione Torlonia sembra voler narrare una storia di riconciliazione tra il passato e il presente, un viaggio che si dipana con lentezza, ma anche con una consapevolezza profonda. Questo viaggio parte da Roma, cuore pulsante di un’eredità che non appartiene solo alla famiglia Torlonia, ma a tutta l’umanità. Si estende poi verso Milano e Parigi, fino a toccare le coste del Nord America, come un fiume che si ramifica per raggiungere terre lontane.

A fare da prologo a questo cammino c’è il grande successo della mostra al Museo del Louvre di Parigi, dove la Collezione Torlonia ha incantato più di 613.000 visitatori, come se quegli antichi marmi potessero ancora sussurrare storie all’orecchio di chi li osserva. E ora? Ora quei capolavori prenderanno il volo verso il Nord America, un territorio nuovo e inedito, dove si spera che possano trovare altre voci, altre mani capaci di comprenderli.

L’iniziativa non è casuale: è il frutto di una visione, quella di Alessandro Torlonia, che ha immaginato una missione culturale globale per una collezione unica nel suo genere. Questo progetto è sostenuto con amore e dedizione anche da Bvlgari, un nome che si intreccia con l’idea di bellezza e di permanenza, come a voler sottolineare che l’arte è qualcosa che sfida il tempo, qualcosa che va custodito e condiviso.

Tra gli eventi principali del 2025, brilla Myth and Marble: Ancient Roman Sculpture from the Torlonia Collection, una mostra che approderà in istituzioni prestigiose come l’Art Institute of Chicago e il Kimbell Art Museum di Fort Worth, prima di raggiungere il Montreal Museum of Fine Arts. Questa è una narrazione inedita della Collezione Torlonia, curata da Lisa Ayla Çakmak e Katherine A. Raff, due donne che sembrano aver dato una nuova luce a questi antichi reperti, intrecciando il rigore accademico con un senso di meraviglia quasi infantile.

Le circa 60 opere che viaggeranno verso il Nord America non sono semplicemente oggetti. Ogni busto, ogni rilievo, ogni figura mitologica porta con sé un racconto, un frammento di storia che si estende dal V secolo a.C. al II secolo d.C. Questi marmi, restaurati con cura nei Laboratori Torlonia, sembrano essere stati liberati da un lungo sonno, pronti a risplendere di nuova vita.

E a Roma? Roma non è un semplice punto di partenza, ma un teatro vivo di memorie e rivelazioni. L’Antiquarium di Villa Albani Torlonia, inaugurato solo l’anno scorso, si prepara a ospitare una mostra sui marmi colorati, quei materiali preziosi che parlano di un’età in cui l’arte non era solo estetica, ma anche simbolo di potere, di aspirazioni, di sogni. Curata da Carlo Gasparri, questa esposizione promette di raccontare storie di gusto e ingegno, mostrando come questi marmi attraversino il tempo per collegare il passato al presente.

C’è anche un’altra storia, più intima e meno appariscente: quella dei Taccuini di Carlo Marchionni, che la Fondazione Torlonia ha deciso di pubblicare nel 2025. Questi taccuini sono come pagine di un diario segreto, ricchi di schizzi, appunti, riflessioni. Sono lo specchio di un tempo in cui l’arte era una conversazione tra chi creava e chi osservava, un tempo in cui ogni villa, ogni colonna, ogni statua nascondeva un mondo intero.

La Fondazione Torlonia non è sola in questo viaggio. Carlo Gasparri, Salvatore Settis, Gabriele Galateri di Genola, Filippo Modulo, Carlo Ratti e Xavier Francesco Salomon formano un comitato scientifico che garantisce il rigore e la profondità delle iniziative. E poi c’è Carlotta Loverini Botta, una donna che sembra incarnare il ponte tra passato e futuro, tra il rigore dell’arte classica e l’entusiasmo per le nuove generazioni.

Forse, quello che rende questo viaggio così speciale non sono solo le mostre, i restauri, le pubblicazioni. È il fatto che ogni passo sembra essere mosso da un senso di responsabilità, da un desiderio di condividere un patrimonio che appartiene a tutti. Ogni opera della Collezione Torlonia è come un messaggero, un custode di memorie che attraversa mari e confini per ricordarci chi siamo e da dove veniamo.

E così, mentre il 2025 si avvicina, possiamo immaginare quei marmi, quegli antichi busti, mentre prendono vita nelle sale di un museo a Chicago, o sotto le luci di un salone a Montreal. Possiamo immaginare i sussurri di chi li osserva, le domande, i sorrisi. Perché l’arte non è solo contemplazione; è dialogo, è scambio, è una promessa di eternità.

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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