Un’esposizione unica che svela i tesori di San Casciano dei Bagni, creando un dialogo affascinante con i Bronzi di Riace.
Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria ha presentato una mostra di grande rilevanza culturale e storica, intitolata “Gli dèi ritornano. I bronzi di San Casciano”. Questa esposizione ha portato all’attenzione del pubblico reperti eccezionali provenienti dall’antico santuario termale di San Casciano dei Bagni, situato in provincia di Siena. Le campagne di scavo, svoltesi tra il 2022 e il 2023, hanno permesso di rinvenire un corpus di bronzi perfettamente conservati grazie all’ambiente protettivo delle acque termali. Statue, statuette votive e una vasta collezione di monete antiche compongono il cuore dell’esposizione, offrendo una visione intima e dettagliata della vita religiosa e culturale tra Etruschi e Romani.
Particolarmente significative sono le iscrizioni in etrusco e latino che adornano molti dei bronzi, elementi che permettono di esplorare la complessità delle credenze religiose e delle pratiche sociali del periodo. Il Bagno Grande di San Casciano si è rivelato essere uno dei siti più rilevanti nel panorama mediterraneo per quanto riguarda il ritrovamento di opere bronzee dell’età etrusca e romana. Fra i pezzi più suggestivi esposti ci sono le riproduzioni di parti anatomiche umane, offerte votive dedicate alle divinità, simboli di guarigione e protezione. Tali offerte erano il segno di ringraziamento o di supplica per la salute, manifestazioni tangibili della relazione tra l’essere umano e il divino.
Le statue presenti nella mostra, realizzate secondo le regole della “mensura honorata”, una misura romana che prevedeva statue alte circa un metro, raffigurano divinità e fedeli che le veneravano. Questi bronzi sono databili al II e I secolo a.C., un periodo di grande cambiamento sociale e culturale, caratterizzato dalla progressiva romanizzazione delle città etrusche. La loro presenza in un luogo termale sottolinea il legame profondo tra ritualità religiosa e guarigione fisica, una connessione che permeava la vita spirituale e sociale dell’epoca.
Curata da Massimo Osanna e Jacopo Tabolli, la mostra ha visto la collaborazione di molteplici istituzioni accademiche e culturali, tra cui il Ministero della Cultura e l’Istituto Centrale del Restauro, che ha svolto un ruolo fondamentale nella conservazione dei reperti. La scenografia, progettata da Guglielmo Malizia e Chiara Bonanni, ha creato un allestimento che valorizza appieno la rilevanza storica e simbolica dei reperti esposti.
La mostra è stata precedentemente ospitata al Palazzo del Quirinale e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), riscuotendo un notevole successo di pubblico. La scelta di esporre questi reperti accanto ai celebri Bronzi di Riace presso il MArRC ha permesso di creare un dialogo visivo e concettuale tra due collezioni di altissimo valore. Mentre i Bronzi di Riace rappresentano capolavori di maestria artistica e sono universalmente riconosciuti per la loro bellezza, i bronzi di San Casciano offrono una finestra unica sulle dinamiche religiose e culturali dell’epoca etrusco-romana.
L’accostamento delle due collezioni consente una riflessione più profonda sulle pratiche religiose e sugli scambi culturali che caratterizzarono l’Italia antica. Se i Bronzi di Riace incarnano l’ideale estetico della bellezza fisica e della perfezione formale, i bronzi di San Casciano raccontano storie di devozione, speranza e guarigione, testimonianze tangibili di una società in trasformazione, in cui la religione e la salute erano strettamente intrecciate.
Questa mostra rappresenta un’opportunità unica per esplorare non solo il patrimonio artistico e culturale dell’antichità, ma anche per comprendere meglio le interazioni tra le diverse culture che hanno plasmato l’Italia. Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria si conferma così un punto di riferimento per l’archeologia mediterranea, offrendo un contesto privilegiato in cui il passato continua a dialogare con il presente, arricchendo la comprensione del nostro patrimonio culturale.
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