Con una storia millenaria che va dalle competizioni dedicate a Zeus nell’antica Grecia ai moderni giochi internazionali, le Olimpiadi sono sempre state una celebrazione dell’eccellenza atletica e dello spirito di unità globale. Nell’antica Grecia, arte e sport andavano di pari passo, formando un binomio perfetto per raggiungere l’armonia, allenando tanto il corpo quanto la mente. Pierre de Coubertin, fondatore delle Olimpiadi moderne, desiderava che ci fosse una forte connessione tra atleti, artisti e spettatori. Nei suoi piani per i futuri Giochi moderni, includeva gare d’arte dedicate allo sport. Su Le Figaro, nel 1904, De Coubertin dichiarava: “È giunto il momento di fare il passo successivo e di riportare l’Olimpiade alla sua bellezza originale. Nei mitici tempi di Olimpia, le belle arti si combinavano armoniosamente con i Giochi Olimpici, facendone la loro gloria. Tutto ciò deve diventare di nuovo realtà”. Questi piani furono discussi al Congresso Olimpico del 1906, ma solo alle Olimpiadi del 1912 a Stoccolma vennero concretizzati. La comunità artistica svedese inizialmente era perplessa circa l’equa valutazione di tali competizioni, ma alla fine gli eventi furono aggiunti al programma Olimpico. Le medaglie venivano assegnate in cinque categorie: architettura, letteratura, musica, pittura e scultura. Inizialmente le sezioni erano generali, ma successivamente vennero suddivise in subcategorie specifiche come prosa, lirica, musica orchestrale, canto solista, disegno, pittura, statuaria e architettura.
Un aspetto curioso è che in determinate circostanze, se i giudici non fossero stati in grado di determinare un vincitore, veniva assegnata solo la medaglia di bronzo. Al concorso d’arte inaugurale del 1912, con 33 partecipanti, le medaglie d’oro furono assegnate in tutte e cinque le categorie. De Coubertin stesso partecipò a un concorso letterario sotto pseudonimo, vincendo una medaglia d’oro con la sua “Ode allo sport”. Tra i plurimedagliati nelle competizioni artistiche e sportive, spiccano figure come Walter Winans, oro nel tiro a segno e nella scultura nel 1912, e Alfred Hajos, nuotatore ungherese che vinse due medaglie d’oro ad Atene 1896 e una d’argento in architettura 28 anni dopo. Le Olimpiadi di Parigi 1924 videro una partecipazione significativa alle competizioni artistiche, con 193 artisti e una giuria di rilievo, che includeva la scrittrice Selma Lagerlöf e il compositore Igor Stravinsky. Anche ai Giochi di Amsterdam 1928 e Berlino 1936, le competizioni artistiche furono di alto livello, con partecipanti come Paul Landowski, autore della statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Tuttavia, dal 1949, il CIO concluse che la partecipazione di artisti professionisti non era compatibile con il concetto del dilettantismo Olimpico. Sebbene il CIO abbia tentato di ripristinare il concorso d’arte alle Olimpiadi di Helsinki 1952, l’idea fu respinta e nel 1954 queste competizioni furono sostituite da mostre d’arte. Molte opere premiate con medaglie Olimpiche sono andate perdute, ma alcuni progetti architettonici sono rimasti, come lo Stadio Olimpico di Amsterdam, il Payne Whitney Gymnasium dell’Università di Yale e lo Stadio Olimpico di Wroclaw.
Le Olimpiadi sono un potente simbolo di unità globale e un tributo all’arte e alla cultura, celebrando non solo la competizione atletica ma anche l’umanità nella sua forma più creativa e unificata. L’arte, elemento essenziale delle cerimonie olimpiche, incarna valori universali come l’eccellenza, la perseveranza e la collaborazione, fungendo da ponte culturale tra i popoli. Le Olimpiadi di Parigi 2024 non solo onorano questa ricca eredità, ma segnano anche un passo avanti verso un futuro più sostenibile e inclusivo per lo sport mondiale, rinnovando il sogno di Pierre de Coubertin di unire il mondo attraverso lo sport.
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