Vertice storico al Palazzo Reale: dall’Ucraina all’Africa, la cultura come strumento di sviluppo e cooperazione internazionale
Il vertice del G7 della Cultura, ospitato dal Palazzo Reale di Napoli dal 19 al 21 settembre 2024, ha rappresentato un momento di altissimo rilievo non solo per l’Italia, ma per l’intera comunità internazionale, sottolineando come la cultura possa giocare un ruolo centrale nelle dinamiche globali di sviluppo e cooperazione. Questo incontro si inserisce in un contesto di rinnovata attenzione alla cultura quale elemento di coesione sociale, crescita economica e diplomazia culturale, in linea con le sfide del nostro tempo. Dopo un periodo di sette anni, l’Italia è tornata a ospitare i principali responsabili delle politiche culturali dei Paesi del G7, riaffermando il proprio impegno e leadership in un ambito strategico di respiro globale.
Durante i tre giorni di lavori, Napoli ha accolto le delegazioni dei Paesi del G7 – Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – insieme a rappresentanti di istituzioni chiave come l’UNESCO, l’ICCROM e la Banca Africana di Sviluppo, oltre a Paesi ospiti come Brasile, India e Grecia. La città partenopea, con il suo patrimonio unico, ha fatto da sfondo a un dibattito acceso e profondo sulle sfide che il mondo contemporaneo presenta al settore culturale.
Al centro della discussione vi è stata la tutela del patrimonio culturale ucraino, devastato dal conflitto con la Russia. I ministri hanno concordato sull’importanza di agire con urgenza per sostenere la resilienza e la rigenerazione del patrimonio culturale ucraino, sia materiale che immateriale, riconoscendo l’attacco alla cultura come un tentativo di minare l’identità stessa di una nazione. Il Ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli, ha sottolineato come la difesa della cultura ucraina non sia soltanto una questione di preservazione artistica, ma anche un segno di solidarietà politica e morale verso un popolo che sta combattendo per la propria sopravvivenza e sovranità.
In questo contesto, la dichiarazione finale del G7 ha riaffermato l’impegno a sostenere l’Ucraina nella ricostruzione del suo patrimonio culturale, danneggiato o distrutto dalle azioni belliche. La dichiarazione condanna fermamente l’aggressione russa e il danneggiamento sistematico di musei, teatri, biblioteche e luoghi di culto in Ucraina, impegnando i Paesi del G7 a fornire risorse e competenze per la loro salvaguardia e rigenerazione.
Un altro tema di rilievo è stato l’impatto delle nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale, sulle industrie creative e sui mestieri artistici. I ministri hanno sottolineato la necessità di regolamentare l’uso dell’IA per evitare che possa compromettere il valore umano e creativo dell’arte, pur riconoscendone il potenziale per migliorare l’accesso e la fruizione culturale. Il dibattito ha portato alla formulazione di linee guida etiche per l’uso delle nuove tecnologie in campo artistico, al fine di proteggere i diritti degli artisti e garantire la sostenibilità delle industrie culturali in un’epoca di trasformazione digitale.
Accanto alla riflessione sull’IA, un tema che ha guadagnato crescente attenzione è stato quello della lotta al traffico illecito di opere d’arte, un fenomeno che non solo impoverisce il patrimonio culturale delle nazioni, ma finanzia spesso reti criminali e gruppi terroristici. I ministri hanno espresso l’urgenza di rafforzare la cooperazione internazionale per combattere questo traffico, promuovendo una maggiore condivisione di informazioni e adottando misure più severe per garantire la restituzione dei beni trafugati ai Paesi di origine.
Non meno rilevante è stato il tema della sostenibilità culturale, che ha animato la seconda giornata di lavori, quando le delegazioni del G7 hanno incontrato la Presidenza dell’Unione Africana e altri partner internazionali. Al centro della discussione è stata la necessità di considerare la cultura come un veicolo per lo sviluppo sostenibile in Africa, promuovendo collaborazioni e programmi di formazione che possano rafforzare le istituzioni culturali africane. La Dichiarazione di Napoli ha sottolineato come lo sviluppo economico del continente africano debba essere accompagnato dalla valorizzazione del suo immenso patrimonio culturale, tangibile e intangibile, e dalla creazione di opportunità per le future generazioni.
L’incontro ha anche evidenziato la volontà dei Paesi del G7 di promuovere una visione inclusiva della cultura, riconoscendo il suo valore intrinseco oltre ai benefici economici e sociali. Questo si riflette nel Naples Statement, che mette in luce la necessità di proteggere e promuovere non solo il patrimonio culturale materiale, ma anche quello immateriale, come le tradizioni orali, i rituali e le arti performative, che sono spesso i più vulnerabili alle pressioni della globalizzazione e dei cambiamenti climatici.
Uno degli aspetti più suggestivi del vertice è stata la cornice offerta dalla città di Napoli, con le sue radici profonde nella storia e nella cultura. A margine delle sessioni ufficiali, i delegati hanno avuto l’opportunità di visitare luoghi iconici come il Museo Archeologico Nazionale e il Parco Archeologico di Pompei, testimoni della ricchezza culturale italiana e della sua capacità di coniugare tradizione e innovazione. Particolarmente toccante è stata la serata presso l’anfiteatro di Pompei, dove si è esibita la Nuova Orchestra Scarlatti sotto la direzione del Maestro Beatrice Venezi, offrendo un tributo musicale alla grandezza della cultura italiana e al potere dell’arte di unire i popoli.
Il vertice si è concluso con un forte richiamo alla libertà di espressione, che i ministri hanno riconosciuto come un diritto fondamentale per la creazione artistica e il dibattito democratico. Nella dichiarazione finale, si è sottolineato l’impegno a proteggere la libertà degli artisti e dei giornalisti di esprimere le proprie opinioni senza interferenze, e a promuovere un ambiente in cui il pluralismo e l’indipendenza dei media siano salvaguardati.
La leadership italiana in questo vertice è stata chiara e decisiva. Il Ministro Giuli, nel suo intervento di chiusura, ha espresso soddisfazione per il pieno accordo raggiunto su molte questioni critiche, tra cui il sostegno all’Ucraina, la promozione della cultura come strumento di sviluppo sostenibile e la protezione della libertà di espressione. Ha inoltre ringraziato il suo predecessore per il lavoro preparatorio svolto e ha annunciato che l’Italia continuerà a essere protagonista in questo campo, con il prossimo grande appuntamento fissato per il 2025, quando si terrà la Conferenza Internazionale per la Ricostruzione dell’Ucraina.
Il G7 della Cultura di Napoli non è stato solo un momento di riflessione e dibattito, ma anche un segnale potente del ruolo centrale che la cultura può e deve avere nelle relazioni internazionali. In un mondo sempre più frammentato, la cultura si presenta come un ponte tra i popoli, capace di superare le divisioni e favorire una cooperazione basata sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione delle diversità. Le decisioni prese durante questo vertice avranno implicazioni durature non solo per le politiche culturali dei Paesi del G7, ma anche per il modo in cui il mondo intero concepirà e valorizzerà il proprio patrimonio culturale nei decenni a venire.
Il vertice di Napoli ha posto le basi per una nuova stagione di diplomazia culturale, in cui la cultura non è più vista come un aspetto marginale o accessorio delle politiche globali, ma come una leva strategica per affrontare le sfide più pressanti del nostro tempo, dall’ineguaglianza sociale alla crisi climatica. Il futuro delle relazioni internazionali passa anche dalla cultura, e l’Italia, con la sua straordinaria eredità artistica e culturale, ha dimostrato di essere all’avanguardia in questo percorso.
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