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Plebbo & Byron: il surrealismo pop di “Mentine, Sushi e Coca Cola” da domani in rotazione radiofonica

Un singolo tra vita, morte e ricordi, sospeso tra gli anni '80 e la nuova scena indie.

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Dall’11 aprile 2025 sarà in rotazione radiofonica “Mentine, Sushi e Coca Cola”, il nuovo singolo di Plebbo & Byron. Un brano che sorprende fin dal titolo, mescolando leggerezza pop e riflessione esistenziale in un racconto dal punto di vista di un uomo defunto, disteso sotto un campo di fiori.

Un concept inaspettato, una sonorità sospesa tra modernità e suggestioni anni ’80, e una collaborazione – quella con Byron – che aggiunge un tocco personale a un brano già fortemente identitario. Abbiamo incontrato Plebbo, giovane cantautore romano con un passato nel tennis e una scrittura istintiva e visiva, per farci raccontare tutto: dalla nascita della canzone alla visione artistica che la anima.

Plebbo & Byron

“Mentine, Sushi e Coca Cola” è una canzone narrata da un punto di vista decisamente insolito: un uomo defunto sotto un campo di fiori. Com’è nato questo racconto surreale e malinconico?
Allora, in realtà non è nato dall’idea di scrivere qualcosa di così surreale e malinconico, ma è nato dal testo che è venuto una parola dopo l’altra, senza pensare al significato che avesse. Il significato è arrivato dopo aver scritto la strofa. Quindi legando i punti si è creata questa narrazione, un po’ macabra però interessante.

Hai dichiarato che questo brano è stato scritto prima degli altri, ma “stava aspettando il momento giusto”. Cosa ti ha fatto capire che quel momento era arrivato adesso?
Allora, diciamo che è un brano che è stato scritto prima degli altri, che comunque piaceva sia a me che all’altro ragazzo che ha partecipato alla scrittura (ndr Marco Migliorati). Quindi, una volta usciti gli altri singoli che avevo già scritto e prodotto con Diego Calvetti, questo era l’unico brano pronto per uscire, quindi era giusto farlo uscire in questo momento. Perché gli altri brani sono tutti scritti, però non sono ancora prodotti. Ci sto ancora lavorando.

Il titolo è spiazzante e molto visivo. Cosa rappresentano per te mentine, sushi e Coca Cola? Simboli pop o ricordi personali?
Rappresentano le piccole cose della vita. Quelle che poi l’uomo sotto al campo di fiori capisce essere state le cose importanti Ho utilizzato mentine, sushi e Coca-Cola per parlare di queste piccole cose della vita.

Com’è stato lavorare con Byron e cosa ha portato lui dentro la canzone? 
Essendo un brano che è nato prima degli altri, in un periodo in cui avevo appena smesso di giocare a tennis, Byron (Marco Migliorati) è un mio amico e giocava a tennis con me. Quindi la passione per la musica ci è nata per entrambi in maniera diversa, lui più orientato sul rap. Abbiamo collaborato per creare questo brano e secondo me è uscito fuori molto interessante. I due mondi si sono sposati molto bene. 

Se poteste descrivere questo singolo in tre parole, quali useresti?  
Macabro, sicuramente. Altri due aggettivi…interessante e particolare. Però la parte interessante e particolare…diciamo che non devo essere io a dirla.

Guido Plebani in arte Plebbo
Plebbo

Dal tennis alla musica, dal silenzio del campo alle emozioni da trasformare in suoni. Cosa ti ha insegnato lo sport che oggi usi nella musica?
Beh, tantissimo. Diciamo che vedo il mio percorso musicale come una prosecuzione del percorso tennistico, più come una continuazione che come un percorso separato. Ho vissuto il tennis in maniera molto ossessiva per provare a diventare un professionista e tutto ciò che ho fatto per uscire da determinate situazioni del tennis mi ha fatto crescere sicuramente come persona e mi ha insegnato che nella musica, soprattutto in questo momento, magari alcune cose non le sto approfondendo in maniera ossessiva, ad esempio lo studio della chitarra o del pianoforte perché preferisco avere l’entusiasmo che poi mi porta, quando prendo lo strumento, a far nascere quella magia che è la scrittura.

Quali sono gli artisti che ti ispirano?
Diciamo, ho vari artisti che mi piacciono tantissimo, quelli che mi piacciono di più sono Jeff Buckley, i Radiohead e, tra gli italiani, Lucio Battisti. Poi anche i Cure, Smith, David Bowie, Prince.

C’è qualche artista con il quale ti piacerebbe collaborare? 
Probabilmente Thom Yorke dei Radiohead. Sarebbe una collaborazione interessante.

Progetti futuri?  
Ho già molti singoli pronti, abbastanza da comporre un album. 

Live?
Comincio questa estate. Il primo live ufficiale che farò sarà il 4 giugno sul Lungotevere.

Ultima domanda, un duetto impossibile? 
Allora Jeff Buckley sicuramente. Stargli dietro vocalmente sarebbe difficile.

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