Nel cuore della necropoli di Porta Sarno a Pompei, un nuovo straordinario ritrovamento arricchisce la conoscenza delle pratiche funerarie e del linguaggio simbolico dell’età tardo repubblicana. Durante le recenti indagini archeologiche condotte dall’Universitat de València in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, sotto la direzione scientifica del professor Llorenç Alapont, è emerso un rilievo funebre di eccezionale fattura, pertinente a una tomba monumentale affacciata lungo uno degli assi di percorrenza esterni alla città.
Il rilievo, scolpito ad altorilievo su lastra litica e raffigurante una coppia – un uomo e una donna – a dimensioni pressoché reali, si inserisce nel panorama iconografico delle tombe di prestigio e suggerisce una volontà di autorappresentazione pubblica, forse familiare. La donna, in particolare, è caratterizzata da elementi accessori scolpiti con particolare cura, che potrebbero identificarla come una sacerdotessa del culto di Cerere, divinità legata ai cicli agrari e alla sfera femminile. I dettagli arcaicizzanti delle sculture, insieme alla qualità dell’intaglio e alla resa volumetrica delle figure, collocano cronologicamente il manufatto nella tarda età repubblicana, in un periodo di transizione tra modelli italici e influssi più classicisti.
La tomba monumentale da cui proviene il rilievo era stata celata fino a oggi in un’area già parzialmente indagata nel 1998 in occasione dei lavori per il raddoppio del binario della linea ferroviaria Circumvesuviana. Le precedenti campagne avevano individuato oltre cinquanta sepolture a cremazione, alcune segnalate da stele e una da un arco funerario. Il nuovo complesso presenta un muro monumentale con nicchie, al di sopra delle quali si impone il rilievo della coppia, forse due sposi, forse due personaggi legati da un vincolo sacro o civico, la cui memoria si è voluta eternare nella pietra.
Le sculture sono state trasferite presso la Palestra grande degli scavi per un restauro attualmente in corso, che sarà visibile al pubblico all’interno della mostra “Essere donna nell’antica Pompei”, in programma dal prossimo 16 aprile 2025. L’allestimento prevede infatti un’interessante modalità di fruizione: i visitatori potranno osservare da vicino le delicate fasi di restauro, in una vera e propria sinergia tra valorizzazione, ricerca e divulgazione.
Il progetto, che si configura come un caso esemplare di archeologia pubblica e multidisciplinare, ha coinvolto non solo archeologi e restauratori, ma anche architetti, antropologi e storici della religione. “Questa campagna è un’occasione preziosa per ampliare le ricerche e le attività di valorizzazione nell’area fuori le mura di Pompei – ha dichiarato il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel –. Grazie alla collaborazione con l’Università di Valencia, a cui dobbiamo anche la scoperta, pochi anni fa, della tomba di Marco Venerio Secundio, si è potuto lavorare su un progetto che coniuga ricerca e restituzione al pubblico”.