Nel cuore della Regio IX di Pompei, gli archeologi hanno recentemente portato alla luce un imponente salone da banchetto, le cui pareti nere sono decorate con scene mitologiche ispirate alla guerra di Troia.Questo ambiente, utilizzato per momenti conviviali, riflette l’alto tenore di vita dell’epoca, evidenziato dagli affreschi di alta qualità artistica e dai mosaici del III stile. Tra i soggetti rappresentati, si distinguono le figure di eroi e divinità troiane, come Elena, Paride (anche noto come Alexandros), Cassandra e Apollo. Cassandra, in particolare, era nota per il suo dono di preveggenza, ma maledetta da Apollo a non essere mai creduta, non riuscì a evitare i tragici eventi della guerra di Troia che aveva previsto.
Le raffigurazioni mitologiche in questi ambienti servivano non solo a decorare, ma anche a fornire spunti di conversazione e riflessione per gli ospiti. Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha espresso il suo entusiasmo per queste scoperte, sottolineando l’importanza di Pompei come tesoro archeologico ineguagliabile. Grazie a nuovi finanziamenti, gli scavi continueranno, permettendo una sempre migliore tutela e valorizzazione del sito. Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei, ha evidenziato come questi scavi, parte del Grande Progetto Pompei e diretti da Gabriel Zuchtriegel, stiano fornendo nuove conoscenze sull’economia e sulla vita quotidiana della città al momento dell’eruzione. Le nuove scoperte stanno arricchendo e trasformando l’immagine tradizionale di Pompei. Zuchtriegel ha aggiunto che le pareti nere del salone avevano lo scopo di nascondere il fumo delle lucerne, creando un’atmosfera suggestiva durante i banchetti serali. Le figure mitologiche, animate dalla luce tremolante, servivano come spunti per discussioni profonde sul destino e sul rapporto tra individuo e fato. Il salone, lungo circa 15 metri e largo 6, si apre su un cortile con una scala che porta al primo piano, privo di decorazioni ma con tracce di graffiti raffiguranti gladiatori e simboli fallici. Gli scavi hanno anche rivelato due abitazioni con panificio e lavanderia, le cui facciate erano già emerse nel XIX secolo.
Questi edifici, soggetti a interventi di ristrutturazione al momento dell’eruzione, stanno ora rivelando sontuosi ambienti affrescati.Oltre agli affreschi e alle decorazioni di pregio, i nuovi scavi a Pompei stanno riportando alla luce numerose scritte e graffiti, che offrono uno sguardo diretto sulla vita quotidiana degli abitanti. Nella Pompei del primo impero, la capacità di leggere e scrivere era prerogativa di una piccola parte della popolazione, con i nobili che delegavano la scrittura a professionisti. Le firme autografe e i saluti sui muri pompeiani, sebbene meno appariscenti rispetto agli affreschi, hanno una forte valenza comunicativa. Questi graffiti permettono di intravedere segmenti di vita, esprimendo il sentire, le aspirazioni e le voci di coloro che abitavano quegli spazi. L’analisi contestuale di queste scritture, insieme all’evidenza storica e letteraria, può aprire nuove prospettive di ricerca. Gli studiosi stanno infatti tentando di quantificare la percentuale di scriventi a Pompei e di capire meglio il contesto sociale in cui queste scritture venivano prodotte. Con le nuove scoperte emerse dagli scavi recenti, è possibile che si raggiungano risultati significativi sia in termini quantitativi che qualitativi, contribuendo a una comprensione più approfondita della vita quotidiana nella città antica. Photocredit:@parcoarcheologicodipompei