Un’installazione multimediale che fonde tecnologia e spirito per ridefinire il concetto di sguardo e socialità, rivitalizzando il cuore della Pompei antica.
Le Terme del Foro del Parco Archeologico di Pompei ospitano “Collòculi @Pompeii” di Annalaura di Luggo, a cura di Antonello Tolve e con il patrocinio del MiC. Quest’opera rappresenta l’ennesima tappa di un percorso artistico itinerante che ha visto l’artista portare le sue installazioni in alcuni tra i più importanti musei e spazi pubblici, sempre mantenendo al centro della sua visione artistica il dialogo fra arte, comunità e ambiente. Già in precedenti installazioni, come quella al Museo Archeologico di Napoli o alle Terme di Diocleziano a Roma, l’artista ha saputo coniugare il richiamo alla storia e al patrimonio culturale con un’intensa riflessione sul presente e sulle sfide sociali più attuali.
L’opera “Collòculi” si presenta come una grande installazione multimediale interattiva, realizzata in alluminio riciclato, materiale che simboleggia la sostenibilità e che l’artista sceglie come metafora di un costante rinnovamento. Il termine “Collòculi” è il risultato della fusione di due parole latine: “collōquium”, ovvero “colloquio”, e “ōcŭlus”, cioè “occhio”. Il significato si apre, quindi, a una dimensione profondamente dialogica e visiva: un “occhio che parla”, che guarda il mondo e invita lo spettatore a fare altrettanto. In questo gioco di rimandi, forma e concetto si fondono in un’opera che non è solo contemplativa, ma è anche fortemente partecipativa.
L’installazione è concepita come una grande pupilla che invita lo spettatore a “entrare” nel suo universo attraverso un complesso sistema tecnologico di gesture recognition, che permette un’interazione unica con l’opera stessa. Il video interattivo “We Are Art” proiettato all’interno della pupilla è un invito a confrontarsi con le storie di quattro giovani che hanno affrontato sfide come bullismo, dipendenze e discriminazione. Questo aspetto, profondamente umano, eleva “Collòculi” a esperienza di empatia e condivisione, diventando uno spazio di ascolto per voci spesso ignorate o marginalizzate.
La scelta delle Terme del Foro di Pompei per ospitare l’opera non è casuale. Questa collocazione suggella un legame con la storia antica del luogo, un tempo destinato alla socializzazione e alla cura del corpo, reinterpretandolo oggi come spazio per una rinnovata riflessione comunitaria. Le antiche terme, simbolo per eccellenza del benessere collettivo, diventano il palcoscenico ideale per l’imponente “occhio” che indaga l’umanità, in un luogo dove passato e presente si compenetrano, dove il gesto della visione diventa atto di consapevolezza sociale. Come scrive il curatore Antonello Tolve: “Con Collòculi, l’imponente occhio nato nel 2022 e oggi nel Parco Archeologico di Pompei, le istanze sociali e i dialoghi si intensificano, si rischiarano, aprono una breccia temporale tra un momento primario (performativo-laboratoriale) e un momento secondario (più strettamente fruitivo), dove lo spettatore, reso complice, è invitato ad attivare l’apparato tecnologico, ad ascoltare una storia (un brusio, un battito), una voce corposa, a sentire l’odore nostalgico dell’umanità“.
L’opera trova la sua essenza nella fusione tra dimensione tecnologica e riflessione spirituale. La sostenibilità ambientale, espressa attraverso l’uso dell’alluminio riciclato, si collega alla visione circolare di un’arte che non è fine a sé stessa, ma che si nutre della realtà e si offre come strumento di conoscenza e crescita reciproca. Gabriele Perretta, riflettendo sulla natura dell’opera, sottolinea come essa derivi dalla combinazione di significati grammaticali e artistici, diventando “forma circolare”, assumendo la geometria essenziale del legame tra persona, opera ed ambiente.
L’intervento dell’artista si configura quindi come una nuova possibilità di dialogo tra passato e presente, tra individuo e comunità, in una prospettiva che supera il semplice sguardo contemplativo per approdare a una dimensione di coinvolgimento attivo. L’opera si lega strettamente al contesto pompeiano, un luogo dove ogni pietra racconta una storia e ogni spazio è carico di memoria. Le antiche terme, simbolo dell’antico spirito comunitario, riacquistano una nuova vita attraverso questa installazione che invita il pubblico a riflettere sull’importanza del dialogo e della reciprocità. Come afferma Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei: “A Pompei abbiamo 26 secoli di arte contemporanea, una storia nella quale possiamo ritrovare diverse declinazioni del tema dello sguardo verso gli altri che è al centro dell’opera dell’artista. Penso, per esempio, alle numerose raffigurazioni del mito di Narciso, che girano intorno alla negazione di quello sguardo, rappresentando l’uomo rapito dal fascino della propria immagine, rispecchiata nell’acqua… un potente monito per un’epoca che rischia di perdersi nello specchio dei social media e di una produzione sfrenata di immagini e selfie, mentre Collòculi ci invita a tornare nel presente e guardare l’altro negli occhi“.
L’artista, attraverso “Collòculi”, riporta al centro della scena l’importanza della reciprocità e della connessione umana. L’opera è accompagnata da un catalogo edito da Artem Edizioni con testi del curatore Antonello Tolve e di Gabriele Perretta, a testimonianza di una ricerca artistica che non è mai fine a sé stessa, ma si offre come spunto per una riflessione più ampia, coinvolgendo attivamente il visitatore in un viaggio che è al tempo stesso estetico e spirituale.
“Collòculi” non si limita a essere un’opera visiva, ma diventa un vero e proprio dispositivo di riflessione sociale. L’uso del metallo riciclato, con la sua brillantezza e la sua resistenza, rappresenta non solo un rimando alla sostenibilità ambientale, ma anche una metafora della resilienza umana. La superficie riflettente dell’alluminio invita lo spettatore a vedere se stesso, ma anche a guardare oltre, verso l’altro, stabilendo un ponte simbolico tra l’interiorità personale e la collettività. Ogni interazione con l’opera diventa un momento di introspezione e di apertura, una finestra sul mondo interiore di chi guarda e di chi è guardato.
Il coinvolgimento della Onlus 3xTe e il sostegno di Intesa San Paolo Private Banking sono elementi chiave che conferiscono all’opera una dimensione profondamente inclusiva. La partecipazione di ragazzi con diverse abilità e con difficoltà di inserimento sociale non è solo un aspetto accessorio, ma parte integrante della visione artistica dell’artista, che vede nell’arte un potente strumento di integrazione e di crescita comune. L’audioguida per non vedenti, promossa da Luca de Magistris Private Banker Fideuram, è un ulteriore tassello che rende “Collòculi” accessibile a tutti, abbattendo barriere e creando un’esperienza davvero universale.
L’opera si pone dunque come un’importante riflessione sul ruolo dell’arte nella società contemporanea, una pratica che non si limita all’estetica ma si fa carico di responsabilità etiche e sociali, diventando un mezzo per avvicinare le persone, per stimolare il dialogo e per promuovere una cultura dell’inclusività. “Collòculi” è un invito a guardare oltre, a cercare l’altro nello sguardo che incrociamo, a fare dell’arte un’occasione di crescita e di consapevolezza, un viaggio che, partendo dalle profondità dell’animo umano, si apre al mondo in tutta la sua complessità e bellezza.