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Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027: Il Cuore Creativo del Friuli che Guarda al Futuro

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Pordenone è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura 2027, un riconoscimento che premia una città laboriosa e colta, capace di fondere tradizione e innovazione. Situata nel cuore del Friuli Venezia Giulia, ai confini tra mondi diversi, Pordenone si è sempre distinta per la sua apertura e vitalità culturale. Il titolo rappresenta una grande opportunità di rilancio e di affermazione per un territorio che vuole raccontarsi attraverso la cultura, l’arte e la creatività.

Il progetto che ha convinto la commissione si intitola “La cultura si fa luogo”, un manifesto programmatico che esprime l’idea di una cultura radicata nel territorio, capace di essere parte viva e quotidiana della comunità. Non si tratta di una celebrazione estemporanea, ma di un percorso che punta a lasciare un’eredità durevole, trasformando Pordenone in un vero e proprio laboratorio di coesione e innovazione sociale. Il dossier ha saputo raccontare con chiarezza una visione che tiene insieme passato e futuro, radici locali e aperture internazionali. Il concetto di “luogo” diventa, in questa prospettiva, qualcosa di più di un semplice spazio fisico: è l’habitat delle relazioni, delle idee, delle contaminazioni culturali.

Pordenone ha una storia ricca e stratificata. Città di confine, ha saputo nei secoli assorbire influenze diverse, diventando un crocevia di scambi commerciali e culturali. La figura del pittore Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, rappresenta forse la sintesi più alta di questa vocazione: un artista innovativo e visionario, capace di interpretare la grande stagione del Rinascimento italiano mantenendo uno sguardo autonomo e personale. La città custodisce ancora oggi molte testimonianze della sua opera, ma la sua vitalità culturale non si è mai fermata. Pordenone è una città che legge e fa leggere, grazie a manifestazioni come Pordenonelegge, una delle più importanti rassegne letterarie italiane, e il Dedica Festival, che ogni anno accende i riflettori su un grande autore internazionale.

Con il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027, Pordenone si prepara a intensificare e ampliare questa vocazione. Il programma prevede centinaia di eventi tra mostre, concerti, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche, incontri e laboratori, distribuiti non solo nel capoluogo ma in tutto il territorio circostante. L’intera area della Destra Tagliamento sarà coinvolta: dai borghi storici come Spilimbergo, famosa per la Scuola Mosaicisti del Friuli, a Valvasone, con il suo antico organo cinquecentesco, fino alle valli delle Dolomiti friulane e alle terre del Prosecco. L’intenzione è superare il concetto di centro e periferia, per costruire una rete culturale diffusa, dove ogni luogo diventi protagonista e ogni comunità sia coinvolta in prima persona.

Essere Capitale della Cultura significa anche ricevere finanziamenti mirati e stimolare nuovi investimenti. Pordenone ha già previsto interventi di riqualificazione urbana, il restauro di spazi museali e l’ampliamento delle infrastrutture dedicate alla cultura e allo spettacolo. Tra i progetti più attesi c’è il potenziamento del Museo Civico d’Arte, della Galleria Harry Bertoia e del Centro Culturale Casa Zanussi. Ma l’ambizione è anche quella di sperimentare forme nuove di fruizione culturale, con l’impiego delle tecnologie digitali e della realtà aumentata per rendere il patrimonio artistico più accessibile e coinvolgente. Grande attenzione è riservata alla sostenibilità ambientale: gli eventi saranno progettati a basso impatto, promuovendo la mobilità dolce e il rispetto per il territorio.

Uno degli obiettivi principali è contrastare lo spopolamento delle aree interne. Il progetto culturale di Pordenone intende diventare un motore per l’occupazione e la formazione, soprattutto per i giovani. Le scuole e le università saranno coinvolte in percorsi di educazione e di alternanza scuola-lavoro, mentre si moltiplicheranno le occasioni per i professionisti delle industrie creative. La cultura diventa quindi non solo esperienza estetica, ma leva per lo sviluppo sociale ed economico.

Il riconoscimento a Pordenone ha un valore che va oltre i confini locali. È la dimostrazione che anche le città di dimensioni medie possono essere motori di innovazione culturale. Il lavoro di squadra tra istituzioni, associazioni, imprese e cittadini ha rappresentato la forza del progetto vincente. Il sindaco Alessandro Ciriani ha sottolineato come questo risultato sia frutto di una collaborazione corale e di una visione condivisa. Lo stesso presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha parlato di una vittoria che premia la capacità del territorio di fare sistema e di proporsi come modello virtuoso per l’intero Paese.

Essere Capitale Italiana della Cultura significa anche aprirsi al mondo. Pordenone punta ad attrarre visitatori dall’Italia e dall’estero, ma vuole anche costruire relazioni durature con altre città e istituzioni culturali europee. La candidatura e la vittoria sono già diventate occasione per stringere gemellaggi e accordi di collaborazione che renderanno più forte la proiezione internazionale della città.

Pordenone 2027 sarà una capitale della cultura green e digitale. I temi della transizione ecologica e della trasformazione tecnologica attraverseranno l’intero programma, con eventi e mostre dedicate alla sostenibilità, all’ambiente, all’innovazione. La città intende essere un esempio di come la cultura possa diventare lo spazio privilegiato in cui si costruiscono le comunità del futuro: inclusive, creative e responsabili.

In un’Italia sempre più consapevole del valore strategico della cultura, Pordenone si propone come modello di città attiva e partecipe, capace di immaginare e realizzare un progetto che unisce bellezza, innovazione e sviluppo sostenibile. Il 2027 non sarà solo un anno di celebrazioni, ma l’inizio di un nuovo percorso di crescita per un territorio che ha deciso di scommettere su se stesso e sulle proprie radici. Pordenone non sarà solo la capitale di una cultura che si guarda allo specchio, ma di una cultura che si fa luogo di incontro, di confronto e di futuro.

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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