Roma, Parco Archeologico del Colosseo: "Da Sharjah a Roma lungo la Via delle Spezie"
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Roma, Parco Archeologico del Colosseo: “Da Sharjah a Roma lungo la Via delle Spezie”

Scopri la mostra Da Sharjah a Roma lungo la Via delle Spezie alla Curia Iulia nel Foro Romano. Fino al 23 aprile.

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La mostra Da Sharjah a Roma lungo la Via delle Spezie, ospitata presso la Curia Iulia nel Foro Romano, si configura come un’importante operazione di valorizzazione e approfondimento storico-archeologico volta a evidenziare il ruolo cruciale delle reti commerciali eurasiatiche tra il periodo ellenistico e l’epoca romana. Frutto della collaborazione tra il Parco archeologico del Colosseo e la Sharjah Archaeological Authority, l’esposizione si inserisce in un più ampio contesto di ricerca volto a ricostruire le dinamiche di interscambio tra il Mediterraneo e la Penisola Arabica.

I siti archeologici di Mleiha e Dibba, oggi appartenenti all’Emirato di Sharjah, costituiscono due nodi fondamentali per la comprensione delle rotte commerciali transcontinentali che connettevano il subcontinente indiano, la Mesopotamia, la Penisola Arabica e l’Impero Romano. Gli scavi condotti in queste località hanno restituito un’ampia varietà di reperti, attestanti non solo lo scambio di merci, ma anche la circolazione di modelli iconografici e tecniche produttive.

Tra i manufatti esposti emergono per rilevanza scientifica le anfore vinare provenienti da Rodi e dall’Italia, che testimoniano il consumo e la diffusione di vino nel Golfo Persico, elemento che suggerisce la presenza di élite mercantili e amministrative connesse alla cultura ellenistico-romana. L’abbondanza di ceramiche sigillate e unguentari in vetro del Mediterraneo orientale, accanto a recipienti in alabastro e avorio d’importazione indiana, denota la convergenza di più centri produttivi all’interno di un sistema di distribuzione ampiamente articolato.

Di particolare interesse risultano i pettini in avorio e i gioielli di fattura indo-greca, la cui tipologia decorativa rimanda ai modelli diffusisi nel periodo seleucide e partico. Elementi di iconografia ellenistica emergono altresì dalle statuette di Afrodite rinvenute nei contesti funerari di Mleiha, ove si registra altresì la presenza di dediche alla divinità araba pre-islamica al-Lat, evidenziando un’interazione sincretica tra le tradizioni religiose locali e il pantheon greco-romano.

La circolazione monetaria rappresenta un ulteriore elemento di primaria importanza per l’analisi delle dinamiche commerciali. Le monete indo-greche e romane, sia originali che di imitazione locale, indicano non solo l’ampia diffusione della monetazione romana, ma anche l’assimilazione di modelli iconografici e numerari da parte delle comunità locali. La presenza di coniazioni ibride suggerisce inoltre fenomeni di acculturazione e ridefinizione delle pratiche economiche nel contesto regionale.

Un aspetto centrale della mostra è l’analisi dell’importanza strategica del commercio delle spezie per l’economia romana. L’incenso, proveniente principalmente dalle regioni meridionali della Penisola Arabica, era impiegato non solo in ambito rituale e religioso, ma anche nelle pratiche medico-terapeutiche e nelle cerimonie imperiali. La regolamentazione del commercio delle spezie da parte delle autorità imperiali è attestata dalla costruzione degli Horrea Piperataria nel Foro Romano, recentemente restaurati e accessibili al pubblico. Questi depositi fungevano da centri di stoccaggio per il pepe e altre essenze aromatiche, sottolineando il valore strategico attribuito a tali merci.

Le evidenze archeologiche provenienti da Mleiha contribuiscono significativamente alla comprensione delle pratiche funerarie e del ruolo delle élite locali nell’amministrazione delle rotte commerciali. Le sepolture monumentali, caratterizzate da strutture in mattoni di gesso e corredi particolarmente ricchi, attestano la stratificazione sociale e il prestigio delle famiglie dominanti. Tra le tombe di maggior rilievo si segnala quella scoperta nel 2015, con pianta a forma di “H” e un lungo corridoio di accesso. L’analisi delle iscrizioni in sudarabico e aramaico rinvenute nei mattoni di chiusura ha permesso di identificare il defunto come un ispettore reale del regno dell’Oman, fornendo così una preziosa testimonianza storica sulla presenza di un potere amministrativo strutturato nella regione.

Il repertorio ceramico e metallico emerso dagli scavi di Mleiha offre ulteriori spunti per la ricostruzione delle pratiche economiche e dei contatti interculturali. La scoperta di un’anfora vinaria rodia, associata a un set da vino in bronzo con decorazioni figurative ellenistiche, suggerisce un consumo elitario di prodotti importati, mentre la presenza di recipienti bronzei con decorazioni di matrice africana e araba indica un’intensa interazione con i circuiti commerciali dell’Oceano Indiano.

L’allestimento della mostra, arricchito da un catalogo scientifico e da una videoproiezione esplicativa, consente di contestualizzare il ruolo della Penisola Arabica come crocevia di scambi e contaminazioni culturali nel periodo tardo-antico. L’obiettivo del progetto espositivo non si limita alla mera esposizione dei reperti, ma mira a delineare un quadro interpretativo fondato su un’analisi stratigrafica e contestuale, evidenziando il contributo delle ricerche archeologiche recenti alla comprensione delle dinamiche economiche e sociali dell’area mediterranea e del Vicino Oriente.

La mostra rappresenta un’occasione unica per esplorare le interconnessioni tra Roma e il Golfo Persico, dimostrando come la globalizzazione economica e culturale non sia un fenomeno esclusivamente moderno, ma affondi le proprie radici in processi storici complessi e stratificati. Il dialogo tra discipline quali l’archeologia, la numismatica e l’epigrafia consente di delineare con precisione il quadro storico di un periodo in cui le reti commerciali fungevano da vettori di innovazione e trasformazione sociale. L’esposizione di manufatti provenienti da contesti funerari e abitativi, inseriti in una narrazione basata su evidenze materiali e documentarie, permette di apprezzare la sofisticazione e la vitalità delle culture che animavano le rotte della Via delle Spezie, testimoniando la straordinaria varietà e la ricchezza di un mondo connesso ben prima dell’era moderna.

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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