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Roma, Villa Farnesina: Il Seicento Riemerge tra Affreschi e Memorie

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Gli affreschi ritrovati che riscrivono la storia barocca della villa

Villa Farnesina si rivela ancora una volta come uno scrigno inesauribile di sorprese, capace di riscoprire il dialogo fra le epoche, dove la decorazione pittorica diventa il mezzo per reinterpretare l’incessante stratificazione storica di questo gioiello rinascimentale. La recente scoperta degli affreschi seicenteschi dell’antico soggiorno, emersi in un’intercapedine sopra la volta ottocentesca, offre uno spunto per una rilettura della villa in chiave barocca, illuminando angoli nascosti rimasti celati per secoli. Grazie all’utilizzo di tecnologie digitali avanzate, questi affreschi vengono restituiti allo sguardo del pubblico, attraverso video e immagini curate da Luigi Spina, che ci permettono di sfiorare con lo sguardo il cielo popolato da putti in volo intorno allo stemma Farnese, e di ammirare i delicati paesaggi autunnali ad adornare le lunette.

Questa piccola ma preziosa mostra, intitolata “Il Seicento a Villa Farnesina”, diventa una finestra sull’evoluzione iconografica e stilistica della villa, ponendo l’accento sulle reinterpretazioni seicentesche delle celebri decorazioni di Raffaello. La mostra, aperta fino al 12 gennaio, svela infatti come i soggetti iconografici ideati dal maestro di Urbino abbiano continuato a ispirare generazioni di artisti, offrendo uno sguardo sulla fortuna dei suoi temi nella Roma del Seicento.

L’iniziativa è frutto di una collaborazione tra Villa Farnesina e Palazzo Farnese, condotta in sinergia con l’École française de Rome, un ente che da quasi 150 anni si impegna nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico italiano. Questo progetto si inserisce all’interno di una più ampia strategia di cooperazione culturale che coinvolge anche le celebrazioni per l’anniversario dell’École. Le collaborazioni fra Villa Farnesina e Palazzo Farnese, situati sulle opposte rive del Tevere, rievocano simbolicamente il Ponte di Michelangelo, mai costruito, ma concepito nel 1540 come collegamento ideale tra due delle più importanti residenze storiche di Roma. Questo dialogo architettonico e culturale si fa oggi metafora del tentativo di costruire ponti tra passato e presente, tra luoghi che condividono un’eredità comune e la responsabilità della sua trasmissione.

Il progetto vuole essere anche un atto di riscoperta del legame profondo tra le due residenze, simboli di un’eleganza e di una raffinatezza senza tempo. La collaborazione tra l’École française de Rome e Villa Farnesina si inserisce in un contesto più ampio di promozione culturale, volto a rinnovare la percezione e la fruizione di queste meraviglie storiche attraverso nuove tecnologie e narrazioni contemporanee. Questo connubio di storia e innovazione offre al pubblico un’esperienza immersiva, che va oltre la semplice esposizione delle opere, ma si configura come un dialogo aperto con il passato.

Grazie alle attività di conservazione e restauro portate avanti dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la mostra è riuscita a far emergere nuove prospettive sulla decorazione seicentesca della villa, mettendo in luce l’influenza che lo stile di Raffaello ebbe sulla Roma barocca. I lavori di restauro hanno rivelato dettagli pittorici di straordinaria bellezza, dai cromatismi delicati ai motivi decorativi che adornano la volta e le lunette. Per la prima volta, sei dipinti che si ispirano agli affreschi dell’Urbinate e dei suoi collaboratori sono esposti nella Loggia di Amore e Psiche, due dei quali sono rielaborazioni dei pennacchi dipinti da Giulio Romano, giunti dalle collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte e attualmente custoditi presso la Camera dei Deputati.

Il percorso espositivo include anche opere paradigmatiche del classicismo seicentesco, come le Galatee di Pietro da Cortona e Andrea Sacchi, che accolgono i visitatori nella Loggia di Galatea, dialogando idealmente con l’affresco di Raffaello. La presenza di una copia seicentesca della Galatea, proveniente dall’École française de Rome, aggiunge un ulteriore tassello alla narrazione espositiva, rappresentando la continuità del mito e del linguaggio raffaellesco nei secoli.

La mostra diventa così un’occasione per riflettere su come i temi e i modelli raffaelleschi siano stati assimilati e reinterpretati dagli artisti del Seicento, generando un repertorio iconografico che si è arricchito di nuovi significati e suggestioni. L’influenza di Raffaello non si esaurisce nella celebrazione del suo genio, ma si espande nel tempo, diventando patrimonio condiviso e fonte di continua ispirazione.

Brigitte Marin, direttrice dell’École française de Rome, sottolinea come questa iniziativa non solo valorizzi le collezioni dell’École, ma testimoni anche l’importanza del legame storico fra l’istituzione francese e il patrimonio artistico italiano. Uno dei quadri esposti, una Galatea seicentesca, ha infatti un valore personale per la Marin, essendo parte del suo ufficio sin dal suo arrivo a Roma nel 2019. Il dipinto, donato all’École nel 1913, rappresenta un frammento di memoria che collega storie personali e istituzionali, oggi riportato alla luce grazie ad un meticoloso lavoro di restauro.

“Questo quadro mi sta particolarmente a cuore,” ha dichiarato Marin, “perché rappresenta un legame con la mia esperienza personale e con la storia dell’École française de Rome. Nonostante il suo stato di conservazione iniziale fosse compromesso, la sua bellezza era ancora percepibile e meritava di essere restituita alla collettività.” La mostra diventa quindi anche un viaggio nelle memorie individuali, che si intrecciano con quelle collettive, creando un tessuto narrativo ricco di significati.

L’impegno dell’École française de Rome nel campo della ricerca storica e archeologica, che coinvolge giovani studiosi e personalità del mondo accademico, si riflette in questa mostra, che invita il pubblico a intraprendere un viaggio di bellezza e scoperta attraverso gli affreschi della Villa Farnesina. Ancora una volta, la villa si conferma come luogo di ricerca e valorizzazione culturale, capace di restituire al presente la vitalità del passato.

Questa mostra non è solo una celebrazione del Seicento romano, ma un’occasione per ripensare la storia dell’arte come un continuo dialogo, in cui ogni epoca lascia una traccia per la successiva. La Villa Farnesina, con la sua stratificazione di stili e decorazioni, diventa il simbolo di questa incessante conversazione tra il passato e il presente, un luogo dove la bellezza si rinnova e si trasforma, continuando ad affascinare e ispirare chiunque la visiti.

Il percorso di riscoperta della Villa Farnesina proseguirà anche dopo la conclusione di questa mostra, con nuovi progetti di restauro e valorizzazione, che mirano a riportare alla luce ulteriori tesori nascosti. È il segno di un impegno costante nella tutela del patrimonio culturale, che non solo protegge il passato, ma lo rende vivo e presente, un’eredità che appartiene a tutti noi.

“Il Seicento a Villa Farnesina” rappresenta un invito a guardare oltre la superficie, a scoprire i legami sottili che uniscono epoche diverse e a lasciarsi ispirare dalla bellezza che ci circonda. La villa, con la sua storia complessa e affascinante, continua a raccontarci storie di artisti, mecenati e studiosi, offrendo un rifugio di meraviglia nel cuore di Roma.

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Scritto da
Davide Oliviero -

Laureato in discipline umanistiche presso l'Università di Bologna sotto la guida del Professor Umberto Eco, ha avviato la sua carriera nell'archeologia classica, concentrandosi sulla drammaturgia greco-romana. Il suo interesse per il design lo ha spinto a seguire un corso triennale in design d’interni, continuando nel contempo a lavorare nel campo archeologico. Col tempo, ha sviluppato una passione per la scrittura e la musica classica, che lo ha portato a recensire opere liriche per 14 anni in teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Covent Garden e l’Opéra di Parigi. Ha inoltre curato contenuti culturali e musicali per diverse pubblicazioni. Negli ultimi anni ha scritto per la rubrica In Arte, trattando di mostre, teatro e arti letterarie a Roma, collaborando con istituzioni come le Scuderie del Quirinale e i Musei Vaticani. Ha recensito spettacoli teatrali, con particolare attenzione al musical e alla prosa, ed è accreditato presso i principali teatri italiani. La sua competenza lo ha reso un ospite frequente in programmi televisivi culturali, oltre a ricoprire il ruolo di giudice permanente per il Premio Letterario Andrea Camilleri. Attraverso i social media, promuove l’arte e la bellezza, fondendo abilmente leggerezza e profondità, rendendo questi temi accessibili a un vasto pubblico.

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