Fuori "Piazza Napoli", il nuovo singolo di Tommy Kuti. L'intervista in esclusiva di ForYouMag
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Fuori “Piazza Napoli”, il nuovo singolo di Tommy Kuti. L’intervista esclusiva di ForYouMag

Il pioniere dell'afrobeats italiano torna con "Piazza Napoli" e si racconta tra critica al rap contemporaneo e progetti futuri.

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È disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali “Piazza Napoli”, il nuovo singolo firmato da Tommy Kuti, il poliedrico artista pioniere dell’Afrobeats in Italia.

“Piazza Napoli” rappresenta un’interessante fotografia della gioventù urbana contemporanea italiana, mescolando elementi della cultura hip-hop americana con la realtà milanese. È una riflessione sulla crescita personale e sul prezzo del successo, con una forte componente nostalgica per i tempi passati e le amicizie genuine. La ripetizione del “Que será, será” serve come momento riflessivo nel brano, accettando i cambiamenti della vita pur mantenendo un senso di malinconia per il passato.

È uscito il tuo nuovo singolo “Piazza Napoli”. Che temi affronti in questo brano? 
Allora, la mia vita a Milano è come una serie televisiva. Piazza Napoli è come la prima puntata della prima stagione in cui i personaggi si conoscono. Racconto un po’ di come vivo il distacco tra la gran parte dei sogni che avevo assieme ai miei amici, che ora sono diventati un lavoro e la spensieratezza con il quale sono cominciate le cose.

E a livello musicale? 
L’inconfondibile afrobeats!

Tommy Kuti

C’è un album dietro l’angolo?
Ma stiamo lavorando a un bel po’ di canzoni. Quindi vediamo tra quest’anno o l’anno prossimo uscirà qualcosa.

Sanremo sì o Sanremo no? 
Cinque anni fa sarebbe stato un no secco, ma ora anche vedendo com’è andata con Ghali quest’anno, il fatto che il rap comunque non solo sta prendendo il suo spazio ma sta guadagnando rispetto, nonostante ci siano comunque i boomer al comando che boicottano il povero Geolier, sarei però contento di andare un giorno e rappresentare la mia gente e portare il mio sound musicale e la mia storia che purtroppo è ancora inedita per Sanremo. Non c’è ancora stato un ragazzo nero a Sanremo che racconta di sé in italiano, quindi spero che ciò accada.

A proposito di afrobeats in Italia, siamo un paese che ha recepito e apprezzato questo genere oppure all’estero è più facile?
Credo che l’italia sia troppo lenta, veramente lenta. Certe canzoni girano alla radio, forse in televisione e su TikTok, però non si è ancora riusciti a spiegare e a raccontare questo trend, come invece è accaduto in paesi come la Francia, la Germania, o in Romania o Polonia. L’italia è proprio fanalino di coda per quanto riguarda questo genere a livello mondiale. Perché a volte mi è capitato di andare in vacanza, che ne so a Dubai o in Turchia o nei posti più più strani e sentire la gente che canta queste canzoni, che alla fine sono nella mia lingua. Anche ieri ero con un americano e mi diceva “Wow, ma tu sei nigeriano? Mamma mia! In America ora non si parla di nient’altro che dei nigeriani e del loro impatto sul mondo. L’italia fa ancora fatica a vedere questa grandezza e questo talento per le persone che vengono dall’Africa. 

Fai musica, hai scritto un libro e fatto l’attore per il cinema (è attore nel film “Ricomincio da Taaac” ora nelle sale cinematrografiche) ed il teatro. Dov’è che ti esprimi meglio? 
In generale mi piace creare, mettere giù un’idea e raccontarla. Però chiaramente la cosa che mi viene meglio è essere su un palco, raccontare e parlare. Se mi danno un microfono in mano e devo interagire con il pubblico, quella è una cosa che faccio senza pensieri.

Quale visione hai del mercato musicale italiano? 
Se devo essere sincero, ultimamente sono un po’ stufo di questa fase qua del mercato musicale italiano. Gli artisti e le major in generale hanno capito cosa funziona. Questa trap, questa musica aggressiva di ragazzi che parlano del loro quartiere hanno capito che funziona, no? Però lo stanno spremendo a non finire limitando per me un po’ la creatività. Non è possibile che ogni singolo rapper italiano venga “dal blocco del quartiere” e i suoi amici sono tosti e ti vengono a prendere. È possibile che quella sia l’unica storia che si possa raccontare? Ho qualche dubbio. Mai uno che abbia una storia normale, uno che abita in provincia e non abita in un palazzo! Io che sono stato il più grande fan del rap italiano, promotore del rap italiano, sono almeno uno o due anni che non lo ascolto, ma proprio anche per le vibes. Perché a volte credo che la musica che ascolti ti influenzi, no? 

E cosa ascolti? 
Io ascolto spesso rap inglese. Sia nel rap inglese che nel rap italiano magari capita di sentire artisti che nei loro brani parlano della madre, no? Però i rapper italiani dicono “compro una villa alla mamma, compro la borsa alla mamma, compro un viaggio di lusso alla mamma”. E invece ci sono artisti come il mio rapper preferito inglese Dave che canta “Quando vado in un luogo pubblico sto attento quando faccio la pipì perché mia mamma faceva le pulizie e porto rispetto per le persone che fanno questo genere di lavori.” Parlando bene anche l’inglese ho la fortuna di poter ascoltare e comprendere appieno la musica di anche di altri paesi. Però capisci che il livello è un pochino più maturo. Non sono contro il discorso del fare i soldi, eh? Ci sta. Però è come se in altri paesi ci sia un’urgenza nello scrivere che va al di là del voler fare i soldi e del voler farsi vedere. C’è la necessità di raccontare delle storie che altrimenti non verrebbero ascoltate. Ecco questa cosa qua purtroppo manca in Italia. 

Progetti futuri?
Io sto portando sempre avanti un mio progetto di eventi dove invito a suonare artisti italiani che fanno musica afrobeats, oltre alla possibilità di assaggiare piatti africani gourmet cucinati da uno chef. Poi continuo a fare i miei concerti e sono sempre in giro.

Ultimissima domanda, un duetto impossibile? 
Fabrizio De André! Pagherei per essere accompagnato musicalmente da De André mentre rappo.

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Scritto da
Andrea Alessandrini Gentili -

Andrea Alessandrini Gentili è un social media manager e digital strategist italiano che ha collaborato con diverse aziende di rilievo, eventi di musica dal vivo e sport, e personalità del mondo dello sport e della televisione. La sua esperienza nel marketing digitale lo ha reso una figura chiave nello sviluppo e nella gestione di campagne online che aumentano significativamente la presenza del brand e l'engagement del pubblico sulle piattaforme social. Le sue collaborazioni coprono vari settori, riflettendo la sua capacità di adattarsi e creare strategie efficaci per clienti diversi.

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