Valerio Piccolo intervista
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Valerio Piccolo firma la canzone del nuovo film di Sorrentino e si racconta ai nostri microfoni

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Lo scorso venerdì scorso è uscito «E si’ arrivata pure tu» (INRI/Metatron Publishing), la canzone originale del nuovo film di Paolo Sorrentino, “Parthenope”, a firma del musicista e cantautore VALERIO PICCOLO.

Valerio Piccolo è un’artista poliedrico a tutto tondo. Non è solamente un cantautore e musicista. È anche uno tra i più apprezzati dialoghisti del cinema italiano. Ha tradotto e adattato le sceneggiature di oltre 350 film includendo opere di rinomati registi come Steven Spielberg (“The Post”, “The Fabelmans”), David Lynch (“Mulholland Drive”), Tim Burton (“Big Eyes”), Ron Howard (“Rush”), Quentin Tarantino (“The Hateful Eight”), Clint Eastwood (“American Sniper”), Roman Polanski (“Quello che non so di lei”) e tanti altri. Abbiamo scambiato con lui quattro chiacchiere e vi MOSTRIAMO IN ANTEPRIMA IL VIDEOCLIP UFFICIALE di “E si’ arrivata pure tu.

Il videoclip di “E si’ arrivata pure tu”

Allora, innanzitutto parlaci di come è nata la collaborazione con Sorrentino?
Avevo avuto la fortuna di collaborare già con Paolo per l’adattamento e la traduzione delle sue opere in lingua inglese e quindi da allora è nata una collaborazione artistica. Avevo già scritto questa canzone, che era la mia prima in napoletano. Quando ho saputo che stava girando un film che parlava di Napoli mi è sembrata la cosa più naturale del mondo trovare il modo di fargliela ascoltare. È come se in qualche modo la canzone mi avesse chiamato a compiere questa mossa. Io credo molto che le canzoni abbiano una vita propria e che a volte indichino proprio loro stesse il percorso. Questa fusione la ritengo una cosa molto naturale, forse come non sempre succede in campo artistico. 

Valerio Piccolo E si’ arrivata pure tu

A proposito di questo brano hai dichiarato che ti ha dato la spinta a parlare di te. In che modo? Avevi un’urgenza da scrivere e cantare?
E si’ arrivata pure tu” è stata la prima canzone che ho scritto quando ho cominciato a creare questo nuovo disco. È come se il fatto di essere tornato alle origini, essendo appunto io di Caserta e quindi avendo il napoletano nel mio imprinting linguistico, mi avesse dettato la strada delle storie da raccontare nel disco e quindi mi avesse proprio fatto capire che era il momento di spogliarsi e toccare delle parti più intime di me. I miei dischi passati a volte sono nati da collaborazioni con scrittori e poeti che mi hanno fatto più che altro raccontare storie altrui che storie mie. Questo è sicuramente  il disco più intimo da un punto di vista di scrittura che ho fatto fino a questo momento. 

L’album quando uscirà?
L’album uscirà in contemporanea con l’uscita del film, quindi il 24 ottobre.

E che album sarà? 
Sarà un album che parlerà proprio di me. Una specie di chiusura di un cerchio. Come se fosse un bilancio di questi anni. In qualche modo sarà un disco che dal punto di vista della scrittura parlerà proprio di me. Ma sarà anche una riflessione continua sul concetto di tempo, sulla sua fugacità e sulla necessità di rallentare per guardarsi dentro. Questo disco sarà un viaggio del mio Io per ritrovare delle zone che magari ho trascurato negli anni. Musicalmente sarà un disco vestito proprio per questo tipo di di concetti. Quindi sarà un disco intimo anche da quel punto di vista, praticamente senza batteria e con un quartetto d’archi molto presente. Un disco potente musicalmente, con una grandissima ricchezza. L’intimità per me è più un’intimità di scrittura che musicale.

Nel videoclip di  “E si’ arrivata pure tu” ti muovi all’interno di stanze vuote e mura bianche dove poi compaiono frammenti di vita quotidiana e parole che prendono vita. Qual è il significato che avete voluto far emergere con la regista Francesca Romana Zanni e il Direttore della Fotografia Alessio Saglio?
Il video è stato girato prima di guardare il film e non vi sono citazioni o rimandi alla pellicola stessa. Noi volevamo sicuramente assegnare al videoclip un’idea visiva importante attraversando stanze vuote e poi riempirla di significati proprio attraverso una serie di immagini e parole. La scena finale del videoclip dove chiudo le porte della casa allo spettatore rappresenta l’idea del “ritorno a casa” per ritrovare se stessi.

Sei cantautore, chitarrista, traduttore e adattatore. Chi preferisce essere? 
Preferisco essere un po’ tutto, nel senso che penso che la mia forza artistica sia anche in questo. Di solito quando fai una cosa vieni etichettato perché fai quello e resti tale per tutta la vita. Io invece cerco di avere più vite possibili dentro una vita sola e cerco di far emergere tutte queste sfaccettature artistiche. Il minimo comune denominatore che le tiene legate è la musica e senza di essa cadrebbe questa impalcatura. Il fatto che adesso un mio brano sia stato inserito all’interno di un contenitore così grande come il film di Paolo Sorrentino, sembra che mi si stia proprio suggerendo che quella è la via maestra.

Progetti futuri? 
Adesso ho molta voglia di fare questo lungo viaggio con il mio nuovo disco e parallelamente insieme al film. L’idea è quella di affacciarsi un po’ alla finestra e vedere che succede con questo pezzo che è appena uscito. E dopodiché all’uscita del disco, quindi tra un mese, faremo sicuramente dei mini live in giro per l’Italia ed un concerto di presentazione a Roma che voglio fare assieme alla band e a tutti i ragazzi che hanno partecipato alla realizzazione dello stesso. C’è anche un cortometraggio della registaa del mio videoclip, che sarà presentato al Festival del Cinema di Roma di cui ho curato la colonna sonora sempre insieme al mio produttore Pino Pecorelli. E quindi diciamo fondamentalmente che c’è anche questa mia volontà di voler spingere sempre di più la mia musica verso il cinema e verso le immagini.

Ultima domanda. Un duetto impossibile? 
Ho già un duetto alle spalle che mi ha gratificato, quello insieme a Suzanne Vega una quindicina di anni fa. In realtà c’è una persona con cui mi sarebbe piaciuto fare qualcosa ed è Fausto Mesolella, l’ex chitarrista degli Avion Travel, che mi è stato d’ispirazione per la mia musica. Penso che sarebbe stato molto contento di questa canzone del film di Paolo Sorrentino, perché sono sicuro che gli sarebbe piaciuta molto. Avrebbe ritrovato delle cose che appartenevano anche a lui. Quindi, ecco forse con lui sì, proprio sì.

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